Valsabbia

Valsabbia, addio alla medicalizzata

L’Associazione volontari ambulanza da maggio non garantirà più l’equipaggio per il mezzo col medico rianimatore
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L’avevano detto nei mesi scorsi: «Se Areu (Azienda regionale di emergenza e urgenza, ndr), oltre che togliere il medico rianimatore dall’ambulanza di Vestone, intende chiedere l’impegno continuato di tre volontari al posto di uno, il 118 dovrà fare a meno di noi». Quel «noi» sta per Associazione volontari ambulanza Valle Sabbia, realtà di 400 volontari che ha da poco inaugurato una nuova sede a Vestone e sta preparando 60 nuovi soccorritori. Una «Caporetto» per il volontariato valsabbino.

In questi giorni Areu ha aperto il bando per rinnovare le convenzioni secondo i nuovi dettami e i volontari valsabbini hanno annunciato che loro non saranno della partita. Non si ha idea di chi potrà sostituirli.

«L’atteggiamento di totale chiusura a quanto da noi proposto è un evidente progetto di distruggere una fondamentale risorsa gratuita per il territorio valsabbino, costruita con anni di passione, dedizione, sacrificio e senso di responsabilità» ha messo nero su bianco il presidente del sodalizio Roberto Turri Zanoni, in una lettera inviata ai vertici di Areu, Sal (Soccorso Assistenza Lombardia) e Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze), al presidente della Comunità montana Giovanmaria Flocchini e ai sindaci della Valle Sabbia.

Cosa succederà ora? Medico rianimatore, infermiere e volontario autista continueranno a costituire l’equipaggio della «medicalizzata» solo fino alla fine di aprile. Poi entrerà in servizio un’auto infermierizzata (infermiere più autista soccorritore), che uscirà ogni volta con il supporto di un’ambulanza equipaggiata di volontari (due di giorno, tre di notte). Il medico rianimatore sarà invece presente su un mezzo veloce che farà base a Roè Volciano e che si sposterà fra la Valsabbia e l’Alto Garda a seconda delle necessità. «Per senso di responsabilità nei confronti dei nostri concittadini valuteremo se garantire il servizio "a gettone" coi gruppi di Vestone, Ponte Caffaro e Bagolino (come già avviene oggi), ma solo fino alla fine di giugno» aggiunge Roberto Turri Zanoni.

Poi? «Continueremo coi servizi programmati, le visite, i trasferimenti, ma saremo costretti a sospendere del tutto le uscite per le emergenze. Certo a quel punto, l’associazione com’è strutturata ora, non avrà più ragione di esistere».

Ubaldo Vallini

 

 

 

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