Valsabbia

Traffico di rifiuti e roghi tossici, l'inchiesta tocca Brescia

In arresto anche un bresciano nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione illegale della spazzatura partita da Pavia
L'incendio a Pavia - Foto di Massimo Dagrada, da Facebook
L'incendio a Pavia - Foto di Massimo Dagrada, da Facebook
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C’è anche un imprenditore di Sabbio Chiese tra le persone arrestate per il traffico di rifiuti con roghi illeciti scoperchiato dai carabinieri a Pavia.

Si tratta di Luca Liloni, amministratore unico della società 3L trasporti: secondo le accuse, si sarebbe occupato del trasporto su camion del materiale che poi veniva smaltito illegalmente.

Nel complesso, sono finite in manette sei persone, cinque italiani ed un rumeno, di età compresa tra i 40 ed i 55 anni, ritenuti i responsabili, a vario titolo, dei reati di incendio doloso, gestione illecita di rifiuti, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti. 

Le indagini, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, in collaborazione con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Pavia, hanno permesso di individuare l'organizzatore, che si occupava di smaltire illecitamente i rifiuti, il trasportatore, che realizzava trasporti illeciti nel capannone di Corteolona, i titolari di impianti compiacenti dai quali i rifiuti provenivano ed infine anche gli esecutori materiali dell'incendio. 

Le indagini, hanno spiegato i carabinieri, sono iniziate a fine novembre 2017 partendo da uno strano viavai di camion carichi di rifiuti che scaricavano all'interno di un capannone abbandonato da tempo a Corteolona e Genzone (Pavia) e risultato poi affittato da Riccardo Minerba, un pregiudicato residente a Lecco. 

I carabinieri hanno monitorato gli ingressi, e sono riusciti a risalire alle aziende di Milano e hinterland che si affidavano a Minerba per lo smaltimento. Alla fine di dicembre l'attività di stoccaggio si è interrotta perché ormai il capannone era pieno. Un dipendente (identificato poi come il pregiudicato Vincenzo Divino) è stato filmato mentre legava al cancello del capannone un nastro, un segnale per la distruzione dell'area. 

Il 3 gennaio successivo, secondo l'accusa, il magazzino è stato incendiato da Divino e dal pregiudicato romeno Stefan Daniele Miere, e l'incendio ha sprigionato una nube tossica che ha provocato intossicazioni tra i residenti e la necessità di una importante bonifica. Quella notte Divino ha inviato a Minerba un messaggio in codice: «La torta è pronta, ho sparso liquore in diversi punti, soprattutto al centro. Domani puoi andare a ritirarla». 

Non è stato però l'unico incendio di questo tipo nel nord Italia, per questo gli investigatori stanno lavorando per accertare un collegamento con altri episodi. I carabinieri hanno calcolato che il gruppo ha smaltito in totale settemila tonnellate, con un guadagno in pochi mesi di un milione e 100mila euro

Tra gli arrestati ci sono anche Santino Pettinato e Alessandro Del Gaizo, entrambi amministratori rispettivamente della «Ecogroup srl» di Settimo Milanese (Milano) e della «Corsico Rottami srl» di Corsico (Milano). 

 

 

 

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