Spandimenti non consentiti, agricoltore nei guai a Muscoline

Un odore di ammoniaca, acre e pungente. È quanto hanno avvertito ieri di buon mattino alcuni residenti a Longavina, nella frazione di Muscoline. È risultato subito evidente come la causa fosse da individuare nell’operazione, in corso nella campagna circostante, di spandimento tramite cannone di acqua mista, almeno stando a quel che appariva, a reflui zootecnici. Di quanto stava accadendo sono state allertate, per iniziativa degli stessi cittadini, le autorità competenti.
«Non appena ricevuta la segnalazione, ho immediatamente informato i Carabinieri del Nucleo Forestale della stazione di Gavardo - riferisce il sindaco di Muscoline Giovanni Alessandro Benedetti -, che a loro volta hanno anche interessato gli uffici dell’Arpa di Brescia -. Nel giro di un quarto d’ora erano già sul posto, come pure la nostra Polizia Locale. Ho voluto essere presente anch’io, per verificare di persona la situazione».
A sollecitare l’intervento, pure il consigliere comunale Vincenzo Chianese, da sempre impegnato in difesa dell’ambiente. «Il territorio di Muscoline è stato già in passato teatro di episodi che ne hanno messo a rischio l’integrità - sottolinea -. È importante insomma tenere alta l’attenzione». Un principio ribadito con forza da Benedetti. «Come amministratori, siamo molto sensibili a questo aspetto - fa notare -. Continueremo a stare in prima fila, non soltanto nella battaglia per il no al depuratore del Garda che si vorrebbe costruire sul Chiese, ma anche per vigilare affinché l’attività agricola avvenga nel totale rispetto delle norme».
Secondo quanto è stato inizialmente accertato dai Forestali al comando del maresciallo Malvasi, in questo caso, il problema non sarebbe tanto nel tipo di sostanze utilizzate per irrigare, acqua e liquami di origine bovina, ma nel metodo. Non è consentito, infatti, spararle col cannone, in quanto il composto viene nebulizzato liberando tutte le particelle odorose, che possono essere parecchio fastidiose. In Lombardia la «fertirrigazione» - si chiama così - è consentita solo rilasciando le sostanze a livello del terreno, che poi deve essere velocemente arato. Impossibile farlo in un campo dove il mais sta già crescendo. Il tutto si risolverà con una denuncia penale, sanabile poi con una sonora multa.
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