Valsabbia

Per il Tribunale Anas è vivo: via al processo al foreign fighter

La difesa ha sollevato la questione dell’inammissibilità di alcune prove: la sentenza a dicembre
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Si è aperto in Corte d’assise a Brescia il processo per terrorismo nei confronti di Anas El Abboubi, il giovane (nato in Marocco e poi trasferitosi in Valsabbia con la famiglia), arrestato dalla Digos a Vobarno nel 2013 e poi scarcerato dal Riesame e che nei mesi successivi era partito per combattere in Siria dove tuttora risulta disperso.

Per la famiglia Anas è morto da anni ma alla magistratura italiana non è giunta alcuna prova convincente in tal senso e il processo per il ragazzo, classe 1992, si è aperto dopo che lo scorso aprile il Gip Lorenzo Benini ne aveva disposto il rinvio a giudizio. In aula il 26enne non si è mai presentato e anche ieri mattina il Tribunale ha preso atto della sua assenza. Per lui erano presenti i difensori, gli avvocati Giovanni Brunelli e Nicola Mannatrizio, che hanno sollevato istanza di inutilizzabilità delle captazioni informatiche. Per i difensori poi non ci sarebbe la sussistenza del fatto.

Anas El Abboubi è arrivato a processo, con l’accusa di terrorismo, dopo che lo scorso aprile l’amico e coetaneo Radi Hassan, che era con lui coimputato, era stato assolto con rito abbreviato dall’accusa di addestramento, partecipazione e associazione a delinquere finalizzata al terrorismo. La posizione del 26enne, noto alle cronache come il primo foreingh fighter bresciano, è stata dal tribunale ritenuta più grave e ne è stato quindi disposto il rinvio a giudizio.

La Corte d’assise si è riservata la decisione in merito alle questioni sollevate dai difensori e ha fissato la prossima udienza per il 12 dicembre. In quell’occasione saranno anche ascoltati i testimoni, tra cui figurano l’ex dirigente della Digos di Brescia Giovanni De Stavola, che aveva condotto l’inchiesta che aveva portato al primo arresto di Anas El Abboubi.

Secondo le indagini della Polizia infatti sarebbe emerso come, durante gli anni dell’adolescenza il ragazzo, si fosse radicalizzato, addestrato e preparato a partire.

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