Valsabbia

Omicidio Serle: «Franzoni non ha ancora risarcito»

Nuova istanza della famiglia di Eduard Ndoj ucciso il 14 dicembre 2013
Mirco Franzoni il giorno in cui è entrato in carcere - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Mirco Franzoni il giorno in cui è entrato in carcere - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Dopo la sentenza d’appello la controparte giura di aver ottenuto una promessa. Seppur verbale. «Se e quando la condanna sarà definitiva risarciremo». Davanti al continuo, assordante silenzio, è partita una nuova richiesta formale.

Sono passati 496 giorni dalla pronuncia della Cassazione, ma nessuno ha mai saldato il conto. «Ad oltre un anno del passaggio in giudicato della sentenza e nonostante le richieste da noi formulate, ad oggi, Mirco Franzoni nulla ha corrisposto con ulteriore pregiudizio per le parti civili» conferma l’avvocato Alessia Brignoli, legale della famiglia di Eduard Ndoj, il 26enne ladro di origini albanesi ucciso a Serle, freddato con un colpo di fucile sparato da distanza ravvicinata, il 14 dicembre 2013 da Mirco Franzoni, residente in paese, e condannato a nove anni e quattro mesi per omicidio volontario dopo aver sempre sostenuto di aver premuto il grilletto solo per difendersi.

Per i giudici si era invece trattato di una vera e propria caccia all’uomo andata avanti per ore tra le vie di Serle con Franzoni che cercava colui che nel pomeriggio di quel giorno era entrato in casa del fratello. Ora il 37enne bresciano si trova in carcere dove è entrato il dieci ottobre 2019, presentandosi spontaneamente a Verziano, dodici ore dopo il pronunciamento definitivo della Cassazione.

Mirco Franzoni, oltre agli anni di detenzione, è stato condannato anche riconoscere con una provvisionale immediatamente esecutiva 50mila euro ciascuno in favore dei genitori di Eduard Ndoj e 25mila euro al fratello della vittima. Al conto da 125mila euro si aggiungono i 17mila di spese processuali dato che la famiglia Ndoj non aveva usufruito del gratuito patrocinio. Già dopo la sentenza pronunciata dalla Corte d’appello, il difensore di parte civile aveva avviato la procedura di messa in mora nei confronti di Franzoni per ottenere il risarcimento. «Non ha versato nulla e nemmeno c’è mai stato un tentativo di intavolare una trattativa anche per un versamento simbolico. La questione economica esiste, ma non è l’unico aspetto. Dal giorno del delitto ad oggi non è stato compiuto alcun gesto da parte dell’imputato. Non si è mai scusato, mai una parola per la famiglia Ndoj» disse il legale di parte civile.

Davanti alla richiesta di aspettare l’ultimo atto, in Cassazione, la questione è rimasta ferma fino a poche ore fa quando è stata inoltrata una nuova richiesta formale. «So che in paese, a Serle, si era parlato di una raccolta fondi a sostegno di Mirco Franzoni» ricorda l’avvocato Alessia Brignoli. «Di quel denaro - aggiunge - però la famiglia della vittima non ha mai visto un euro. Non intendo fermarmi e avvieremo la procedura esecutiva della sentenza attraverso la visura dei beni intestati a Franzoni».

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