Valsabbia

Nel comune «no gender», sabato nozze gay

Nel comune dove il «no gender» è stato scritto su pannelli luminosi e dove è aperto uno sportello informativo sabato unione civile tra due uomini
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Nel comune dove il «no gender» è stato scritto sui pannelli luminosi in paese e dove è stato aperto uno sportello negli uffici pubblici per dire che «l’unica famiglia è quella composta da uomo, donna e figli» sabato sarà celebrata l’unione civile tra due uomini. Prevalle si adegua.

Ma non sarà il sindaco leghista Amilcare Ziglioli a mettere nero su bianco il matrimonio gay. «Fosse per me non si farebbe» dice infatti il primo cittadino di Prevalle che da mesi combatte contro la teoria gender definita «pericolosa soprattutto per i giovani» tanto da scriverlo su spazi pubblici, mettere a disposizione dell’associazione Il popolo della famiglia sale comunali per uno sportello aperto al pubblico è gestito da un insegnante locale. Un’inizistiva che è stata anche oggetto di proteste e di interrogazione parlamentare, ma che non si ferma.

«Dopo la pausa lo sportello tornerà a ottobre sotto una veste nuova e non solo per mettere in guardia sulla teoria gender, ma anche su altro» annuncia il sindaco di Prevalle. «Non siamo omofobi, ma non vogliamo che certe teorie entrino nelle nostre scuole e vengano insegnate ai nostri ragazzi» spiegó in occasione dell’apertura dello sportello anti gender. Nel frattempo Ziglioli ha dovuto cedere alla celebrazione di un’unione civile tra una coppia omosessuale. Due trentenni del paese che sabato mattina diranno sì nella sala per i matrimoni del Comune.

«Quella dove si fanno i matrimoni normali» tiene a precisare il sindaco che avrebbe fatto volentieri a meno di questa «prima». «La mia cultura e la mia posizione non sono in linea con queste celebrazioni, ma la legge ci chiede questo e quindi qualcuno celebrerà. Io però avrei detto no».

Sarà un assessore «che con un altro collega di giunta si è offerto spontaneamente per le unioni civili» a rappresentare il sindaco. «È la dimostrazione che siamo un’amministrazione aperta» spiega Ziglioli, che rispetto ad altri colleghi sindaci in Italia, pur essendo contrario ha comunque dato il via libera delegando alla celebrazione delle unioni civili omosessuali un assessore della sua giunta. «Ma l’idea non cambia. La famiglia è una ed è quella tradizionale". Ma la legge è chiara: questo matrimonio s'ha da fare. 

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