Valsabbia

L’incubo di Adelio: «Da 12 anni casa mia occupata abusivamente»

Un anno fa il Tribunale ha firmato lo sfratto, ma a Villanuova il 68enne resta in balia dell’inquilina
La casa di Adelio Podavini a Villanuova sul Clisi - Foto © www.giornaledibrescia.it
La casa di Adelio Podavini a Villanuova sul Clisi - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il suo progetto per il futuro lo ha chiaro. «Quella casa la vendo. Non ne voglio più sapere nulla». Adelio Podavini, 68 anni di Gavardo, la casa in questione l’avrebbe già messa in vendita tempo fa. Ma l’abitazione di due piani a poca distanza dall’oratorio di Villanuova sul Clisi è occupata abusivamente. Chi ci vive non paga. E non da un mese e nemmeno da un anno. «Sono più di undici anni che non vedo un euro. Ha pagato qualcosa nei primi mesi poi basta» spiega il pensionato.

«L’inquilina avrebbe dovuto lasciare libero l’immobile entro il 31 ottobre 2012 con termine fisso ed irrevocabile» ha scritto il giudice del Tribunale di Brescia Gianni Sabbadini nella sentenza con la quale, il 17 marzo del 2020, ha condannato la donna ad uscire dall’abitazione. «Da quella sentenza è passato più di un anno e ancora non se ne è andata. Io aspetto fino al primo dicembre e se non esce entro io. È casa mia» dice Podavini.

Il 68enne di Gavardo, legittimo proprietario - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il 68enne di Gavardo, legittimo proprietario - Foto © www.giornaledibrescia.it
«È un calvario e ora sono esasperato». Impossibile non comprendere il suo stato d’animo. Una rabbia che qualche mese fa lo ha portato a chiudere le utenze di luce e gas: «Sono intestate a me ed era un mio diritto».  La vicenda era iniziata il 6 dicembre 2010, quando Podavini e l’attuale inquilina - una donna di 50 anni - e l’allora compagno sottoscrivono un preliminare di compravendita «con l’accordo che sarebbero potuti entrare anche prima della stipula del contratto definitivo ed in questo caso avrebbero pagato al venditore la somma di 400 euro mensili, sostanzialmente a titolo di corrispettivo per il godimento anticipato dell’immobile» ricostruisce la sentenza che un anno e mezzo fa ha disposto lo sfratto, mai avvenuto.

Ad agosto del 2012 viene annullato, per mancanza di liquidità, il preliminare di acquisto. Le parti concordano, attraverso un contratto di comodato gratuito, che gli acquirenti mancati sarebbero potuti restare nell’immobile «pagando un canone di locazione transitoria di 400 euro mensili da detrarre dalla caparra versata al momento del preliminare» e che sarebbero comunque dovuti andare via «entro la data del 31 ottobre 2012». Dieci giorni prima della scadenza del termine «anziché adempiere all’impegno - scrive il giudice - la signora denuncia che per il contratto di comodato gratuito lei pagava in realtà la somma mensile di 400 euro senza ricevere ricevuta e che la sua situazione familiare con figli minori non le permetteva di lasciare la casa».

«Non mi ha mai pagato e in più con la denuncia alla Agenzia delle Entrate è riuscita ad ottenere un contratto di locazione ai sensi dell’articolo tre del decreto legge numero 23 del 2011» racconta Podavini che fa riferimento ad una legge voluta per far emergere i pagamenti in nero, poi dichiarata incostituzionale. «Le era stato fatto un contratto 4 anni più altri 4 a 38 euro al mese senza che io potessi intervenire. Ho percepito solo alcune mensilità e, addirittura, un anno ho dovuto pagare io la sostituzione della caldaia».

La foto ritrae l'avviso di sfratto - Foto © www.giornaledibrescia.it
La foto ritrae l'avviso di sfratto - Foto © www.giornaledibrescia.it

«Non possono evidentemente essere poste a carico del ricorrente le difficoltà economiche della inquilina e perciò la donna va condannata a rilasciare l’immobile» ha scritto infine il Tribunale di Brescia, sottolineando che già avrebbe dovuto liberare la casa nell’ottobre di nove anni fa. «In tutto questo - denuncia Podavini - il Comune non è mai intervenuto. Anzi, dopo la sentenza di sfratto ha chiesto poco tempo fa altri due mesi di tempo per cercare una soluzione abitativa alla inquilina che continua a vivere in casa mia senza pagare». Il termine che il pensionato bresciano si è dato è quello del primo dicembre. «In questi anni ho pagato le tasse sull’immobile, oltre agli avvocati che hanno portato avanti la causa. Spero davvero di essere alla fine di questo calvario. Poi - giura - vendo la casa e non ne voglio più sapere».

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