Valsabbia

Lago d'Idro, prove di intesa per incassare livelli più alti

In Prefettura, gettate le basi per l’accordo sul rilascio di 18 milioni di metri cubi d’acqua
IDRO: ACCORDO VICINO CON TRENTO
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I primi passi di un percorso che potrebbe portare, presto - questo almeno è l’auspicio della Prefettura - ad un accordo tra Regione Lombardia e Provincia autonoma di Trento per «far ritornare al territorio bresciano quei diciotto milioni di metri cubi d’acqua che dovrebbero stare nel lago d’Idro ma sono attualmente stoccati in bacini trentini».

Primi passi che sono stati mossi, ha detto il prefetto di Brescia, Attilio Visconti, nel corso del tavolo interistituzionale sul lago d’Idro, convocato ieri in Prefettura. Tavolo convocato anche per discutere dei rischi siccità per l’Eridio, specie in questi giorni in cui le temperature si sono fatte bollenti a causa dell’ondata di calore che ha colpito pure il nostro Paese. L’accordo, ha spiegato Visconti, «consentirebbe da un lato di veder tornare al territorio bresciano quei diciotto milioni di metri cubi d’acqua, che dovrebbero essere nel lago d’Idro ma attualmente sono "prigionieri" in bacini del Trentino, il tutto a seguito di altri accordi stipulati dieci anni fa».

Accordi, ha aggiunto il prefetto, «intessuti appunto con l’obiettivo di mantenere un livello minimo e massimo del lago d’Idro per ragioni di sicurezza, di Protezione civile e ambientali». Quei diciotto milioni di metri cubi, ha rimarcato Visconti «servono al sistema Brescia e all’agricoltura bresciana. Brescia e l’economia bresciana hanno necessità di avere quei diciotto milioni di metri cubi d’acqua che attualmente il lago d’Idro non può mantenere per le citate limitazioni sulla portata dell’acqua decise in quegli accordi».

E quindi? «Vista la disponibilità maturata nel corso del tavolo da parte sia di Regione sia di Provincia autonoma di Trento di trovare un punto di incontro affinché il territorio bresciano possa veder tornare quei diciotto milioni di metri cubi e si trovi qualche forma di ristoro per il territorio trentino - ha aggiunto il prefetto - l’auspicio è che si possa approdare ad un accordo in tempi non lunghi. Già nei prossimi giorni ci dovrebbe essere un incontro con Regione Lombardia e Provincia autonoma di Trento per stabilire le modalità del rilascio dei 18 milioni di metri cubi d’acqua.

Garantire, con il ritorno di questa ingente immissione di metri cubi d’acqua, una maggiore quantità d’acqua al territorio bresciano in particolare al lago d’Idro e al fiume Chiese, contribuirebbe ad assicurare a quest’ultimo di mantenere un regime torrentizio e quindi di evitare il ristagno dell’acqua e contribuire ad arginare potenziali situazioni di rischio connesse all’inquinamento e alla stagnazione dell’acqua quali quelle che si verificarono lo scorso anno con l’anomala diffusione di legionella e polmonite».

 

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