Valsabbia

Gavardo, negata a una coppia l'iscrizione all'anagrafe: la impone il giudice

Lui bresciano, lei colombiana hanno ottenuto l’ok al contratto di convivenza in base alla legge Cirinnà
Il municipio di Gavardo - Foto New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
Il municipio di Gavardo - Foto New Eden Group © www.giornaledibrescia.it
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Il dietrofront è stato imposto dal tribunale. Con un’ordinanza che mette spalle al muro l’Amministrazione e allo stesso tempo il Ministero dell’Interno chiamato in causa nel corso del giudizio. «Nella nostra scelta iniziale non c’è stata nessuna ragione politica» assicura il sindaco di Gavardo Davide Comaglio, costretto dal tribunale civile ad iscrivere all’anagrafe una coppia che ha chiesto, e a questo punto ottenuto, il riconoscimento della legge Cirinnà, che permette alle coppie dello stesso sesso la facoltà di stipulare delle unioni civili e alle coppie conviventi, a prescindere dal sesso, di regolare formalmente la loro convivenza. «Ad oggi altre quattro coppie sono iscritte all’anagrafe come conviventi. Solo questo caso ci è stato imposto da un tribunale» spiega il primo cittadino di Gavardo.

Il caso

La storia è quella di Alessandro e Katerine Patricia, lui bresciano e lei colombiana. Si conoscono proprio in Colombia nel 2015 ed iniziano una relazione. Inizialmente per forza di cose a distanza, «fino a che, dopo la fine dell’emergenza sanitaria si sono definitivamente stabiliti in Italia instaurando una convivenza more uxorio presso l’immobile di proprietà della madre del bresciano la quale vive nel medesimo immobile in diverso piano ed ha autorizzato la signora Katerine Patricia a fissare la propria residenza anagrafica presso di sé nell’appartamento indicato» viene spiegato agli atti.

Il cinque luglio scorso la coppia trasmette agli uffici del Comune di Gavardo la richiesta per la registrazione del contratto di convivenza stipulato ai sensi della legge Cirinnà. Dopo 24 ore l’ente respinge la richiesta «in quanto le persone interessate non sono conviventi a Gavardo». Tesi che gli interessanti smentiscono producendo la documentazione richiesta. Per il Comune ci sarebbe poi un altro elemento determinante al fine del parre negativo: la donna non ha il permesso di soggiorno.

L’iter giudiziario

La coppia, rappresentata dall’avvocato Stefano Afrune, presenta ricorso, deposita i documenti che dimostrano la residenza a Gavardo, mentre il Comune, difeso dall’avvocato Mario Gorlani, chiede di estendere il contraddittorio al Ministero dell’Interno. Che attraverso l’Avvocatura dello Stato lo scorso 17 ottobre chiede al tribunale di Brescia di confermare il rigetto della domanda avanzata dalla coppia di Gavardo. «La ricevibilità della dichiarazione d’iscrizione anagrafica del cittadino straniero extracomunitario è espressamente subordinata al possesso del permesso di soggiorno, rilasciato dalla Questura territorialmente competente, ossia dei documenti che valgono a rendere regolare il soggiorno del cittadino straniero nel territorio della Repubblica Italiana».

Il tribunale civile di Brescia la pensa però diversamente e dà ragione alla coppia. «La Direttiva europea in materia di libera circolazione delle persone, pone a carico dello Stato l’obbligo di “agevolare l’ingresso e il soggiorno del partner con cui il cittadino dell’Unione abbia una relazione stabile debitamente attestata con documentazione ufficiale"». E per questo il giudice civile Elena Fondrieschi ha ordinato al Comune di Gavardo «di provvedere senza ritardo» a registrare il contratto di convivenza della coppia ricorrente.

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