Valsabbia

Corsia preferenziale per mettere i rospi sulla «strada giusta»

Posizionate nei giorni scorsi le barriere provvisorie per salvare i bufo bufo dal traffico stradale
Al lavoro. Il posizionamento della barriera provvisoria
Al lavoro. Il posizionamento della barriera provvisoria
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Opera necessaria, la sistemazione della 237 del Caffaro in località «Due Stradoni», fra Ponte Re di Barghe e Nozza, dove con troppa frequenza avvenivano incidenti stradali. E in quell’occasione, oltre all’allargamento della carreggiata e alla posa di nuove protezioni, aderendo alle sollecitazioni dei gruppi di ambientalisti capitanati da Paolo Baldi, Provincia e Comunità montana avevano fatto realizzare anche due tunnel sotto la strada.

Obiettivo: porre fine allo stillicidio di una folta comunità di anfibi che in vista della primavera sono soliti migrare verso il Chiese, finendo con l’essere decimati dalle auto in transito. Va da sé che per «convincere» i rospi a infilarsi nelle apposite griglie e poi nei tunnel, si rendeva necessaria la posa di una barriera provvisoria col compito di incanalarne il flusso migratorio. Operazione che è stata effettuata nei giorni scorsi, coinvolgendo gli alpini e la Protezione civile di Barghe, sindaco Guerra in testa, ma anche le Guardie ecologiche volontarie della Comunità montana e gli ambientalisti di Lipu e dell’Enpa, della Lac e della Guardia nazionale ambientale, che hanno messo a disposizione picchetti e teli per sistemare uno sbarramento lungo mezzo chilometro.

Tutti uniti per salvare il Bufo Bufo, che al pari di molti altri anfibi rischia l’estinzione, con grave danno ambientale. Sul posto anche il consigliere provinciale delegato alla Viabilità Antonio Bazzani ed il presidente comunitario Giovanmaria Flocchini. L’operazione «rospi» di Barghe arriva dopo quella che, coinvolgendo anche le scuole, da diversi anni viene attuata fra Idro e Vesta. Nei prossimi giorni i volontari saranno impegnati anche nella salvaguardia degli anfibi desiderosi di tuffarsi per prolificare nelle acque del laghetto artificiale di Bongi, fra Mura Savallo e la Pertica Alta, portando a tre gli interventi valsabbini, in quest’ultimo caso col sostegno di Enel Green Power.

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