Valsabbia

Caso Tanghetti, nessuna riduzione in schiavitù

Si è conclusa con una sentenza di non luogo a procedere l’udienza preliminare, davanti al gup, che vedeva imputata Tersilia Tanghetti.
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Si è conclusa con una sentenza di non luogo a procedere l’udienza preliminare, davanti al gup del Tribunale di Brescia Francesco Nappo, che vedeva imputati Tersilla Tanghetti ed altre 15 persone per il reato di riduzione in schiavitù.
   
Così «si è posto fine ad un’ingiustizia, ad un’accusa montata verso chi ha sempre aiutato il prossimo senza chiedere mai nulla in cambio» ha commentato il legale di Tanghetti, l’avvocato Guglielmo Gulotta, che si dice sicuro che si concluderà in questo modo anche il processo che vede la fondatrice dell’associazione "Sergio Minelli" di Prevalle e alcuni suoi collaboratori imputati per sequestro di persona e associazione a delinquere finalizzata ai maltrattamenti (la prima udienza è fissata per il 2 luglio).

«Posso tirare un sospiro di sollievo specialmente per i miei coimputati, che mi hanno aiutato ad aiutare» ha commentato Tersilla Tanghetti. Per i legali di parte civile sulla vicenda non è ancora da mettere la parola fine: «L’unica parte civile presente all’udienza - ha dichiarato l’avvocato Concetta Delle Donne - una volta lette le motivazioni ricorrerà in Cassazione. Sarà la Suprema Corte a stabilire se sia stato rispettato il diritto in senso procedurale e sostanziale».

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