Valsabbia

Casa delle Streghe: così gli interventi per rimetterla in piedi

Sarà necessario demolirla, dalla soletta in su, mentre il piano terra potrà essere recuperato con un trattamento all’ozono
Nessuna resa. La Casa delle Streghe vuole rinascere dopo l’incendio
Nessuna resa. La Casa delle Streghe vuole rinascere dopo l’incendio
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Sarà necessario demolirla, dalla soletta in su, mentre il piano terra potrà essere recuperato con un trattamento all’ozono che dovrebbe eliminare anche il terribile odore di bruciato che ancora imperversa attorno alla struttura. Questo il progetto per rimediare al rogo che poco più di dieci giorni fa ha distrutto la Casa delle Streghe al Parco delle Fucine, a Casto, lungo la strada che porta alla frazione Alone.

A scanso di equivoci lo ricordiamo: il parco è ad accesso libero per tutti e non è rimasto chiuso nemmeno un giorno. Ci vorrà però del tempo per far tornare tutto alla normalità, a cominciare da quello necessario per dissequestrare la struttura, mentre ancora è da stabilire con certezza se si sia trattato di un incendio doloso.

Rapida invece la «macchina» della solidarietà che punta a rimettere il Gruppo Ferrate in condizioni di operare al meglio. Insieme ai locali che ospitavano il bar e la sala per il ristoro, infatti, nell’incendio è andata in fumo anche tutta l’attrezzatura che serviva per la gestione e la fruizione dei seimila metri di cavo piazzati su otto ettari di parco, fra vie attrezzate, ponti tibetani, «zip line» e sentieri vari. Il danno ammonterebbe a circa 300 mila euro. Tanti si sono dati e si stanno dando da fare.

La Comunità montana il giorno dopo aveva deliberato un contributo di 10mila euro. La Cassa Rurale si è accordata con Rotary e Cogess, mettendo a disposizione un conto corrente che dopo soli 4 giorni aveva già raccolto 16mila euro, diventati subito 25mila grazie alla disponibilità della banca di aumentare del 50% ogni donazione. La Banca Valsabbina ha preferito sostenere direttamente l’acquisto dei materiali necessari, rimandando la raccolta fondi con la formula del «foundraising» utilizzando i suoi canali social e con Satispay. Ma la solidarietà arriva anche alla spicciolata, con persone che hanno messo a disposizione la propria attrezzatura da arrampicata o che si sono proposte per dare una mano.

«Sentire la vicinanza di tanti per noi è importante» ha detto il presidente del gruppo Le Ferrate, Santo Piccinelli, che nei giorni scorsi ha potuto ordinare i primi 100 set da ferrata.

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