Valsabbia

Cariadeghe rischia di perdere risorse per l’area protetta

La denuncia del sindaco guardando all’accorpamento col Parco dell’Alto Garda
Natura. Uno dei laghetti che si possono trovare sull’altopiano bresciano
Natura. Uno dei laghetti che si possono trovare sull’altopiano bresciano
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Cariadeghe, risorse a rischio per l’attività dell’area protetta. A paventarlo è il sindaco di Serle Paolo Bonvicini, con un intervento che fa il punto della situazione, alla luce anche delle novità normative all’orizzonte. «L’altopiano - ricorda Bonvicini - ha ottenuto fin dal 1985 dalla Regione lo status di Monumento naturale. Dopo lo scioglimento nel 2014, per decreto statale, del Consorzio di gestione, nell’esercizio di tale funzione è subentrato il Comune». A novembre del 2016, la Regione ha approvato la legge di riorganizzazione del sistema gestionale di tutte le aree protette lombarde. «Una legge a nostro avviso non priva di criticità - osserva il sindaco, - come ho fatto notare in più occasioni negli incontri con le autorità regionali. In particolare, il timore è che con questa riforma l’ente locale possa perdere il proprio ruolo di interlocutore privilegiato, e ciò nonostante l’elevata qualità della gestione, sempre riconosciuta ai diversi livelli».

Perplessità vengono espresse pure a proposito della futura collocazione di Cariadeghe, che dovrebbe confluire in una delle macroaree individuate dalla legge regionale, presumibilmente quella più vicina, ossia il parco dell’Alto Garda bresciano.

«Una scelta più che discutibile - commenta il primo cittadino serlese, - considerando anche che il nostro è il monumento naturale più esteso di Lombardia, e che presenta peculiarità paesaggistiche e ambientali assolute. È vero - aggiunge - che la legge contempla che i gestori attuali stipulino una convenzione con l’Ente Parco, così da garantire la necessaria continuità. Il pericolo, semmai, è che da tutto ciò consegua una forte riduzione dei contributi economici che il Comune percepirebbe dalla Regione per il funzionamento dell’area. In ogni caso, l’iter di attuazione della legge è ad oggi fermo. Vedremo se ci saranno novità sugli accorpamenti da parte della Giunta appena insediata. Noi - conclude Bonvicini - non rinunceremo a farci sentire e a sostenere le nostre ragioni».

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