Valsabbia

Autisti disoccupati, fondano una coop per tornare al volante

La storia di otto ex autisti della Almici di Vobarno che ha chiuso i battenti dopo molti anni di attività
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La loro storia, assicurano in Confcooperative, è da manuale dei «Buoni esempi da copiare». Loro sono otto ex dipendenti della Almici di Vobarno - società di trasporti finita in fallimento -, che una volta rimasti senza lavoro decidono di investire il sussidio statale (quella che chiamano Naspi e che un tempo era più semplicemente conosciuta come «disoccupazione») per costituire una cooperativa e rimettersi al volante di autobus granturismo e pullman di linea.

Andiamo con ordine. Due anni fa, la Almici porta i libri in Tribunale. Dopo alcuni mesi dalla sentenza di fallimento, il curatore Giuseppe Rabaioli affida un ramo d’azienda alla New Bus Company. Nel frattempo, però, anche sui servizi di trasporto pubblico incombono i tagli della spending review prescritti dal governo e inevitabilmente la New Bus Company, che vanta tra i suoi maggiori clienti il gruppo Sia-Arriva, ne subisce le conseguenze. In parole più semplici: gli affari non vanno come previsto e di conseguenza la New Bus Company rimette anzitempo nelle mani del curatore il ramo d’azienda preso in affitto dalla Almici. 

A questo punto entrano in scena alcuni ex addetti della storica società di Vobarno. Sono Leonardo Turrina, Daniele Bondoni, Antonio Ariassi, Roberto Furia, Giancarlo Bresciani, Wilmer Togni, Cosimo Tripodi e Baldassarre La Placa. Molti di loro hanno accompagnato, al volante di un autobus Almici, migliaia di turisti per il mondo. 

Turrina vanta peraltro una significativa esperienza dal punto di vista amministrativo, visto che nell’ex società di trasporti ha contribuito all’organizzazione del lavoro. Lo stesso discorso vale per Wilmer Togni, al quale tutti i colleghi però riconoscono doti da buon meccanico.

Terminata dunque l’esperienza in New Bus Company, gli otto lavoratori (fra loro anche un bergamasco), motivati dal sindacato (Fit Cisl) e forti di un credito di oltre 150mila euro (stipendi arretrati) nei confronti dell’azienda fallita, decidono di costituire una cooperativa per proseguire l’attività svolta dalla Almici.

Con la coop Autoservizi Garda Valsabbia (Agv), Turrina e soci partecipano a due aste per l’acquisto di pullman in carico alla società fallita, ma le loro offerte vanno a vuoto. Gli otto neo imprenditori però non si arrendono: in tarda primavera, grazie ai buoni rapporti coltivati in passato, riescono comunque a chiudere un contratto di un anno con Sia per il servizio trasporti di linea «Vestone-Brescia» e «Bione-Brescia»

«Inizialmente - racconta Turrina - abbiamo preso in comodato d’uso cinque mezzi dalla Sia». Alcuni mesi dopo, invece, grazie al supporto offerto da Confcooperative, Agv riceve un finanziamento da 100mila euro dalla Compagnia finanziaria industriale (Cfi) e oltre 95mila euro da Banca Etica come anticipo del sussidio statale (24 mesi di Naspi) previsto per gli otto (ex) lavoratori. Con queste risorse Agv acquista cinque mezzi destinati al servizi di linea dalla Valsabbia alla città e un pullman granturismo. 

«Vogliamo ampliare la nostra attività anche con gli scuolabus - conclude Turrina -. Abbiamo ricevuto delle garanzie economiche dal Consorzio fidi di Confcooperative e siamo in attesa di incassare i nostri stipendi arretrati e un nuovo finanziamento da Fondo Sviluppo, grazie ai quali faremo altri investimenti».

Buon viaggio. E per quanta strada ancora c’è da fare, come canta Cesare Cremonini, amerai il finale.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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