Valsabbia

Aglaia nasce in casa ed è subito accolta dalle sue sorelline

La mamma, a Provaglio Valsabbia, ha scelto il travaglio tra le mura domestiche: «Il luogo migliore per partorire»
La piccola Aglaia con i genitori e le sorelline © www.giornaledibrescia.it
La piccola Aglaia con i genitori e le sorelline © www.giornaledibrescia.it
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Proprio sotto il cavolo no, ma Aglaia è nata vicinissima all’orto di papà Gheorghe, in casa, ad Arveaco di Provaglio Valsabbia. Una libera scelta di mamma Anna che per la seconda volta, al termine della sua terza gravidanza, ha scelto di vivere il parto nell’ambiente che le è più familiare, attorniata dalle persone che le vogliono bene, preparando anche il pasto che tutti insieme, per festeggiare l’ultima arrivata, avrebbero poi consumato in allegria.

«Partorire in casa si faceva normalmente un tempo e ancora si può, certo ad alcune condizioni» precisa Arianna Mari, l’ostetrica vobarnese che insieme alle colleghe Paola Prandini e Barbara Mazzoni dello Studio Inanna di Brescia ha assistito all’evento: «Devono esserci una gravidanza “fisiologica” con la pancia che cresce in salute, il posizionamento “cefalico”, il travaglio spontaneo. L’ambiente intimo favorisce tutti i fattori utili a proteggere mamma e bambino».

Mari in Valle Sabbia è, per ora, l’unica professionista che accetta di assistere al parto in casa. Aglaia è nata lo scorso 31 luglio, dopo un travaglio iniziato alle 2 di notte. In una grande stanza è stata posizionata una vasca piena d’acqua e c’erano tutti quelli che dovevano essere: il marito Gheorghe, che a Provaglio con l’azienda «Orti del Monte» coltiva verdure che poi vende sul Garda; le sorelline Nina e Gelsomina di 5 e 3 anni; la zia Ilaria con Paola.

In attesa della legge

«È stato bellissimo» ci ha confidato Nina una volta sciolta la timidezza. «Hanno osservato ogni fase del parto e alla fine hanno voluto fare pelle a pelle con la loro sorellina, sono convinta che abbiano così vissuto un’esperienza fondamentale per la loro formazione - afferma Anna che per passione canta nella band di Titti Castrini -. Partorendo in casa io mi sono sentita rispettata nella mia intimità: coi miei tempi senza i protocolli dell’ospedale, soprattutto con attorno le persone che vuoi e che conosci bene, con le quali ti ritrovi subito dopo». A Provaglio sono poi saliti da Brescia anche i pediatri di «La Volpe e il Canguro».

In attesa di un’adeguata legge regionale, abbozzata negli anni ’80 e ancora ferma al palo, partorire in casa costa dai 2 ai 3mila euro. «Ne vale la pena» afferma Anna. 

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