Valcamonica

Valcamonica, incendi spenti: persi fino a 200 ettari di bosco

Quasi tutti domati i roghi a Berzo Demo, Sellero, Breno e all'Annunciata di Piancogno. Oggi bonifiche e monitoraggio
  • Incendio in Valcamonica
    Incendio in Valcamonica
  • Incendio in Valcamonica
    Incendio in Valcamonica
  • Incendio in Valcamonica
    Incendio in Valcamonica
  • Incendio in Valcamonica
    Incendio in Valcamonica
  • Incendio in Valcamonica
    Incendio in Valcamonica
  • Incendio in Valcamonica
    Incendio in Valcamonica
AA

A Berzo Demo e a Sellero, a Breno e all’Annunciata di Piancogno: sono queste le frontiere del fuoco che i soccorritori hanno dovuto affrontare per tutta la giornata di ieri. Dopo che molti di loro avevano battuto le stesse strade anche la notte precedente. Una delle più terribili mai passate, a loro detta, con un mostro arancio che si faceva avanti minaccioso nel bosco, nutrendosi del vento.

Per la Valcamonica quella di ieri è stata una nuova giornata di incendi, tutti (quasi) domati grazie a un dispiegamento di forze poderoso. Le fiamme del fronte più preoccupante, il rogo che si è sviluppato nella serata di mercoledì tra Forno Allione e Novelle di Sellero, sono state spente intorno a mezzogiorno, grazie all’intervento di un canadair, che ha pescato acqua dal lago d’Iseo, e di un elicottero Erickson dei vigili del fuoco, che si è rifornito dal vascone Enel del Dosso con settemila litri alla volta: entrambi hanno operato sul fronte sud. Su quello nord hanno agito due elicotteri della Regione, che hanno attinto dalle vasche montate dai volontari della protezione civile ai lati dell’Oglio.

Un vero e proprio attacco dall’alto, che ha permesso di domare “il mostro”, già un po’ fiaccato la notte scorsa, quando il vento ha smesso di soffiare forte. In coordinamento hanno agito sette squadre di protezione civile da terra (Sellero, Arnica, Malonno, Cevo, Valle di Saviore, Sonico ed Edolo) per oltre trenta uomini, coordinati da tre Dos e da Gian Battista Sangalli della Comunità montana. Le fiamme sono spente, ma non il timore che l’incendio possa ripartire: per questo oggi alcuni volontari proseguiranno l’opera di bonifica, visto l’ampio fronte da sistemare.

Il lato su Sellero sembra più tranquillo e le fiamme non sono arrivate a lambire le cascine, come si temeva. I proprietari sono così rientrati a casa, dopo aver passato la notte in quota, preoccupati di doverle difendere (in barba all’ordinanza del sindaco, che prescriveva di non transitare sulla viabilità silvo pastorale e di non permanere in quota). 

Preoccupa di più il versante di Berzo Demo, che stamattina sarà ricontrollato. Il “mostro” si è portato via tra i 150 e i 200 ettari di bosco ceduo: all’origine, secondo gli esperti, ci sarebbero le scintille partite dai cavi dell’elettricità, colpiti dagli alberi caduti per il vento. Stanno indagando i carabinieri forestali, che nelle prossime ore manderanno in procura il fascicolo.

Per tutta la giornata e la nottata hanno operato anche i vigili del fuoco di Edolo, Breno e Darfo. Non si contano feriti, ma tanti disagi: in alcune località assenza di energia elettrica, scarsità d’acqua e, soprattutto, problemi per le interferenze con i ripetitori, che hanno fatto andare a singhiozzo cellulari e altre apparecchiature, finché non è stato installato un gruppo elettrogeno sostitutivo. Timori sono emersi per i tre elettrodotti Terna, coinvolti dalle fiamme, così come per il metanodotto principale della Valle, che scorre proprio nella zona dell’incendio. Ma, dalle prime verifiche, sembrerebbero non aver riportato danni seri. Lambita anche la ciclabile, che ha fatto da barriera al fuoco, consentendo ai volontari di intervenire dal basso.

Oggi sarà quindi una nuova giornata di lavoro e, soprattutto, di monitoraggio.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia