Una medicina da 90 milioni per il dissesto nella Valle
Per alcuni anni hanno percorso in lungo e in largo la Valle. Nello specifico, tutti gli 84 sottobacini dell’Oglio: i vari torrenti Re, Grigna, Ogliolo e Trobiolo, che viaggiano lungo le montagne camune per poi gettarsi nel fiume.
Hanno rilevato e misurato più di 3.500 opere di difesa presenti, tra briglie, scogliere, ponti e argini costruiti sui torrenti nell’ultimo secolo, inserendoli in un database che ne descrive, una a una, lo stato di conservazione, le necessità e le criticità, con il computo metrico e la quantificazione precisa dei lavori necessari. Hanno osservato, censito e catalogato ogni corso d’acqua, inserendoli in una scala di priorità divisa in tre ordini, tra urgenti e in buono stato di conservazione.
Sono i geologi che la Comunità montana ha incaricato di realizzare, nel 2007, lo «Studio idrogeologico a scala di sottobacino idrografico in Vallecamonica», costato circa 350mila euro e finanziato in parte dalla Regione e in parte dalla stessa Comunità. Una maxi fotografia della situazione idrogeologica da Ponte di Legno a Pisogne, che rileva come, per mettere in sicurezza la Valle, servirebbero 88,8 milioni.
A tanto equivale il costo della medicina che permetterebbe ai camuni di scongiurare esondazioni, frane, alluvioni e dissesti. I sottobacini messi peggio sono quelli della Bassa Valle (a esempio il Re di Gratacasolo, il Re di Artogne e il Re di Gianico oppure il Grigna), che sono stato oggetti di minori interventi di manutenzione negli ultimi decenni, e quelli dell’Altipiano come il Lanico e il Trobiolo, dove la maggior parte delle briglie sono lesionate.
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