Valcamonica

Una medicina da 90 milioni per il dissesto nella Valle

Uno studio commissionato dalla Comunità montana ha fotografato la situazione idrogeologica di 84 torrenti
L'esondazione del 2012 in Valcamonica
L'esondazione del 2012 in Valcamonica
AA

Per alcuni anni hanno percorso in lungo e in largo la Valle. Nello specifico, tutti gli 84 sottobacini dell’Oglio: i vari torrenti Re, Grigna, Ogliolo e Trobiolo, che viaggiano lungo le montagne camune per poi gettarsi nel fiume.

Hanno rilevato e misurato più di 3.500 opere di difesa presenti, tra briglie, scogliere, ponti e argini costruiti sui torrenti nell’ultimo secolo, inserendoli in un database che ne descrive, una a una, lo stato di conservazione, le necessità e le criticità, con il computo metrico e la quantificazione precisa dei lavori necessari. Hanno osservato, censito e catalogato ogni corso d’acqua, inserendoli in una scala di priorità divisa in tre ordini, tra urgenti e in buono stato di conservazione.

Sono i geologi che la Comunità montana ha incaricato di realizzare, nel 2007, lo «Studio idrogeologico a scala di sottobacino idrografico in Vallecamonica», costato circa 350mila euro e finanziato in parte dalla Regione e in parte dalla stessa Comunità. Una maxi fotografia della situazione idrogeologica da Ponte di Legno a Pisogne, che rileva come, per mettere in sicurezza la Valle, servirebbero 88,8 milioni.

A tanto equivale il costo della medicina che permetterebbe ai camuni di scongiurare esondazioni, frane, alluvioni e dissesti. I sottobacini messi peggio sono quelli della Bassa Valle (a esempio il Re di Gratacasolo, il Re di Artogne e il Re di Gianico oppure il Grigna), che sono stato oggetti di minori interventi di manutenzione negli ultimi decenni, e quelli dell’Altipiano come il Lanico e il Trobiolo, dove la maggior parte delle briglie sono lesionate.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Condividi l'articolo

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato