Valcamonica

Riaprono Bazena e Mortirolo, ma su tre strade resta la neve

Lungo il tratto camuno della 345 ripristinata ieri la circolazione, via libera anche sulla Sp 81: ma Maniva, Gaver e Gavia restano offlimits
La Sp Bs 345 fra Bazena e Crocedomini nuovamente agibile - © www.giornaledibrescia.it
La Sp Bs 345 fra Bazena e Crocedomini nuovamente agibile - © www.giornaledibrescia.it
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La neve in quota resiste. In un anno segnato da nevicate eccezionali - proprio quando, terribile paradosso, le limitazioni imposte dalla pandemia hanno impedito ai tanti appassionati di sciare in libertà - ci sono ancora tre strade del Bresciano che restano chiuse al traffico proprio a causa della persistenza del manto nevoso.

Fino a ieri erano cinque. Il tratto camuno della ex Statale 345, nel tratto compreso fra la Bazena e il Passo Crocedomini è stato infatti riaperto alle 17 di ieri, 28 maggio, - con giugno dunque che bussa alle porte -: il personale della Manutenzione strade della Provincia ha riaperto definitivamente alla circolazione la strada che può essere ora raggiunta dai molti appassionati di montagna (non senza il ricorso alla prudenza del caso). Era l'ultima porzione della Provinciale ancora inagibile: le altre tratte erano state riaperte la scorsa settiamana. Stessa sorte in queste ore tocca alla strada del Mortirolo (Provinciale 81), che si veste di primavera, come documentano queste foto postate dal versante valtellinese.

Niente da fare, invece, per tre altre strade d'alta quota, due che ricadono sotto la competenza del Broletto e una che invece è sotto egida Anas: si tratta della strada che sale in Maniva (altro tratto della stessa Sp Bs 345), percorribile nei mesi invernali solo fino al Rifugio Bonardi e poi totalmente coperta dalla neve e appannaggio degli sciatori; della strada per il Gaver (ex Ss 669 e che poi pure si inerpica fino a Crocedomini) e da ultimo la salita dal versante bresciano del Passo Gavia (2.621 metri di quota), lungo quella che proprio quest'anno è tornata ad essere la Statale 300. In questo caso, è stata liberata la porzione che da Santa Caterina Valfurva, in Valtellina, si inerpica in quota, mentre dal lato che ricade nella nostra provincia e porta sino a Ponte di Legno, la coltre nevosa resta ancora troppo elevata.

Ragione per la quale i cultori delle cime nostrane - ciclisti, motociclisti, appassionati di escursionismo e alpinismo - dovranno fare ancora esercizio di una delle virtù che le rispettive discipline insegnano loro: la pazienza. D'altro canto, non è raro che la neve prolunghi le attese: più volte l'atteso passaggio del Giro d'Italia dalle parti di Ponte di Legno proprio nell'ultima decade di maggio ha imposto l'annullamento o l'accorciamento della tappa in questione: è accaduto nel 2013 e nel 2019, quando il Gavia fu escluso per impraticabilità della strada.

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