Valcamonica

Radioterapia: nuovo macchinario da 2 milioni per la Valcamonica

È in corso l’installazione all’ospedale di Esine: sarà in funzione in estate. Pazienti dirottati al Civile
Il nuovo acceleratore lineare - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il nuovo acceleratore lineare - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Trattamenti molto più sicuri e notevolmente più veloci: li assicurerà il nuovo acceleratore lineare del servizio di Radioterapia dell’ospedale di Esine, in via di installazione in queste settimane nell’apposito bunker posizionato a fianco dell’edificio principale. 

Con un investimento di circa due milioni di euro, garantiti interamente dalla Regione Lombardia, è stata sostituita la prima macchina per la radioterapia, operativa dal 2013, da quando iniziarono a essere trattati i primi pazienti oncologici in Valcamonica. Allora lo sforzo economico se lo accollò in gran parte il finanziare Romain Zalesky, che con il professor Paolo Frata attivò un servizio alquanto necessario in valle. Questa volta in campo c’è la direzione strategica dell’Asst di Valcamonica e la responsabile della Radioterapia di Esine Nadia Pasinetti, ricercatrice dell’Università di Brescia e dirigente medico in convenzione dell’Asst. 

La programmazione e l’installazione dell’acceleratore lineare sono procedimenti particolarmente lunghi: dopo aver disinstallato e portato via il vecchio macchinario, sono iniziati nel mese di marzo i primi lavori di adeguamento, realizzati in piena emergenza Covid-19. Un disagio che non ha affatto rallentato le operazioni, anche per il fatto che il bunker ha accessi completamente separati rispetto all’ospedale. 

L’acceleratore è stato consegnato a Esine il 21 aprile, attivando così la fase di installazione, che durerà per circa un mese; dopo la metà di maggio inizierà lo step successivo per la calibratura e la start up della macchina: la nuova attrezzatura dovrebbe essere pienamente operativa tra la fine di luglio e l’inizio di agosto.

Nel frattempo, da marzo, tutti i pazienti in cura Esine stanno usufruendo del trattamento al Civile di Brescia, ospedale che già dal 2013 si coordina con il nosocomio camuno e funge da backup. 

 

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