Valcamonica

Malghe bresciane: i casari d’alpeggio sono giovani e spesso donne

Successo per i corsi dedicati al pascolo, alla mandria, al latte e alla trasformazione. Tra gli argomenti la biodiversità
I partecipanti a uno dei due corsi e i loro insegnanti - © www.giornaledibrescia.it
I partecipanti a uno dei due corsi e i loro insegnanti - © www.giornaledibrescia.it
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Cambiano le malghe bresciane. Immaginiamo, tra i pentoloni con il latte il vecchio, più il casaro barbuto, ma oggi, a realizzare formaggi e formaggelle, ci sono sempre più giovani e tante donne. I caseifici, insomma, evolvono. È il risultato che si trae osservando i partecipanti al doppio corso per Casari d’alpeggio e per caseifici aziendali organizzato da Regione, Ersaf e scuola agraria del Parco di Monza. Su 34 corsisti alle due sezioni (dal 25 ottobre al 5 novembre e dall’8 al 18 novembre a Vezza d’Oglio), 15 erano donne, con un’età media al primo corso di 32 e di 27 anni al secondo.

Vi hanno partecipato sette bresciani, in dieci dalla provincia di Sondrio e quattro dalla Bergamasca, più due extra regione, uno da Genova e uno da Parma. I 34 casari in erba hanno avuto l’opportunità di affinare le tecniche per la produzione di formaggi tipo monte, di burro, ricotta, caciotta e altri. Mentre in aula hanno affrontato temi come la tecnologia delle produzioni casearie, la gestione del pascolo e la biodiversità. Non sono mancate lezioni sulle tecniche di alpeggio, gestione della mandria, mungitura, commercializzazione, attività di accoglienza ai visitatori in alpeggio. Una sezione fondamentale è stata dedicata al metodo di allevamento del bestiame e all’alimentazione, al benessere dei capi e alla normativa.

Gradito è stato infine l’incontro con i rappresentanti del consorzio Silter, il formaggio Dop prodotto con il latte dei pascoli della Valcamonica e del Sebino. «L’agricoltura in alta quota è un’attività di presidio anche ambientale del territorio e di valorizzazione economica della montagna - dichiara Fabio Rolfi, assessore regionale all’Agricoltura -. Serve una maggiore presa di coscienza sul saper trasformare e valorizzare le materie prime e per creare prodotti di qualità. Vogliamo che l’agricoltura sia sempre più attrattiva e che i formaggi siano una opportunità economica per i giovani».

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