Valcamonica

«La Croce di Job è crollata per la sua pessima conservazione»

La Corte di Cassazione conferma il quadro accusatorio e la condanna a un anno e quattro mesi nei confronti di Marco Maffessoli
La croce crollata a Cevo, dove restò ucciso un ragazzo di 20 anni - © www.giornaledibrescia.it
La croce crollata a Cevo, dove restò ucciso un ragazzo di 20 anni - © www.giornaledibrescia.it
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La Cassazione conferma il quadro accusatorio. E non ha dubbi. «È pacifico e non contestato che il crollo di parte della Croce del Papa è avvenuto a causa del pessimo stato di conservazione del legno in particolare per la presenza di zone con diffusa marcescenza e che una periodica verifica avrebbe potuto evidenziare l’elevato grado di umidità all’interno del legno» si legge nella sentenza che conferma in via definitiva la condanna per omicidio colposo a un anno e quattro mesi nei confronti di Marco Maffessoli. L’allora presidente dell’Associazione Croce di Cevo aveva infatti presentato ricorso contro la condanna in Appello, sostenendo che «i poteri di intervento economico facevano capo al Comune di Cevo».

Una tesi però smentita dalla Cassazione che nei giorni scorsi si è pronunciata sul crollo della Croce di Job che il 24 aprile 2014 spezzandosi, uccise il 20enne Marco Gusmini. «Non risulta - si legge - che il Comune di Cevo avesse di fatto assunto su di sé iniziative di manutenzione della Croce del Papa, cosicchè gli organi dell’associazione non potevano fare alcun ragionevole affidamento sul fatto che l’ente comunale assolvesse agli obblighi gravanti per statuto sull’associazione, in quanto il Comune si occupava solo della manutenzione del verde situato nei pressi della Croce, trattandosi di verde pubblico».

Sulla posizione di Maffessoli i giudici della Suprema Corte ricordano che «nel periodo della sua presidenza, verificato lo stato di abbandono dei luoghi intorno alla Croce stessa si è impegnato negli aspetti di marketing per rivitalizzare l’interesse per la Croce e la visita da parte di pellegrini, anche raccogliendo fondi per la realizzazione delle opere di completamento, ma ha del tutto trascurato il compito primario di manutenzione».

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