Valcamonica

Gli affreschi «sudano»: le cure in memoria di Gianni De Giuli

Ines De Giuli ha donato oltre 18mila euro per restaurare le preziose opere del Romanino a Breno
La chiesa di Sant’Antonio a Breno © www.giornaledibrescia.it
La chiesa di Sant’Antonio a Breno © www.giornaledibrescia.it
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I preziosi affreschi del Romanino nella chiesa di Sant’Antonio a Breno «sudano». E questo non fa affatto bene. Basta guardarli: appena sotto il colore, nella parete di destra, si sono formate delle bolle che rischiano di scrostare l’affresco, rovinandolo irrimediabilmente.

L’Amministrazione ha segnalato il problema e la Sovrintendenza ha preparato un progetto di restauro, trasmesso in municipio un paio di mesi fa; i fondi li metterà una famiglia brenese legata alla chiesa. Una persona che, in memoria del padre, ha deciso di aiutare gli affreschi a «stare meglio» e, di conseguenza, permettere a tutti di continuare ad ammirarli. Ines De Giuli, figlia di Gianni, ex presidente dell’Ana di Valcamonica scomparso alcuni anni fa, ha donato al municipio 18.500 euro finalizzati al restauro degli affreschi.

I De Giuli hanno sempre avuto un legame particolare con la chiesa del centro e il gesto, oltre a rinnovare l’affetto, contribuirà anche a mantenerla in salute. Per questo l’altra sera, in Consiglio, è stata effettuata una variazione al bilancio per creare un capitolo ad hoc. Urgente. «Grazie alla donazione metteremo in atto il primo intervento sulla parete destra dell’altare, che si è gonfiata - spiega il sindaco Sandro Farisoglio -: è necessario intervenire presto per coprire il possibile danno: siamo ancora in tempo per farlo senza compromettere nulla. A nome del Consiglio e, di conseguenza, di tutti i cittadini brenesi e non solo, grazie per questo gesto, di cui siamo profondamente orgogliosi».

È stata la sovrintendenza a indicare la sofferenza e il progetto di risanamento dei rigonfiamenti nella zona dell’altare: nel giro di breve l’intervento attuato. È stata l’umidità a causare i problemi, per un intervento sugli affreschi effettuato oltre vent’anni fa quando furono utilizzate delle calci sintetiche che non permettono la traspirazione. Una critica alle scelte dell’Amministrazione è arrivata dal capogruppo di opposizione Gianpiero Pezzucchi: «Mi fa piacere che un cittadino si renda conto dello stato di degrado della chiesa e metta una cifra importante per sistemare una parete. Con l’avanzo di amministrazione si potevano aggiungere altri fondi per fare un vero restauro, come promesso da anni, e sistemare anche l’altra parte».

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