Valcamonica

Fede, libertà, pace: il credo di Ercoli «ribelle per amore»

Un convegno, una mostra e una messa in ricordo del partigiano camuno morto in un lager nel ’45
BIENNO RICORDA LUIGI ERCOLI
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È passato un secolo dalla nascita di Luigi Ercoli, uno dei «ribelli per amore» di cui si rischia di perdere la memoria. I suoi concittadini di Bienno hanno deciso di rovesciare le cose e, cogliendo l’occasione della ricorrenza, hanno costituito un comitato promotore «Memoria di Luigi Ercoli», organizzando una rassegna per ricordarlo.

Tre i momenti individuati, dal 27 al 29 settembre negli spazi dell’oratorio, per parlare dell’uomo che contribuì a creare le Fiamme Verdi in Valle e a Brescia. Venerdì alle 20.30 un convegno approfondirà l’attualità dei valori vissuti da Ercoli: «Dio, patria, famiglia devono essere accompagnate da fede, libertà e pace». Ospiti della serata i sindaci di Brescia Emilio Del Bono, di Bienno Massimo Maugeri e di Lecco Virginio Brivio (presidente di Anci), con l’intervento di Paolo Franco Comensoli.

Sabato 28, alle 10.30 ci sarà l’inaugurazione dell’immagine dipinta dall’artista Edoardo Nonelli sulla facciata dell’oratorio. Contestualmente sarà affidato alle scuole Romanino di Bienno e Berzo, e al liceo artistico il compito di realizzare alcune opere che saranno inaugurate il 15 gennaio 2020. Infine, il 29 settembre alle 10 la Messa nella chiesa di San Faustino e Giovita in memoria di Ercoli e di tutti i partigiani camuni.

Ercoli, nato a Bienno il 24 settembre 1919 e morto a Mauthausen nel gennaio 1945, è stato uno degli esponenti dell’Azione cattolica biennese, attiva ancora oggi. La sua casa fu punto di riferimento per chi combatteva il nazifascismo; egli fu il fondatore del comando Fiamme Verdi in Valle e successivamente assunse la direzione del primo gruppo a Brescia. Nella sua casa in città dirigeva le operazioni partigiane e fu lì che nel settembre 1944 fecero irruzione le Ss tedesche, catturandolo. In cella in città, senza acqua e cibo, fu interrogato da Erich Priebke: a causa del suo silenzio fu deportato. A Bienno una via porta il suo nome e sul muro della casa di famiglia c’è una targa. Ora il suo paese si prepara a ricordarlo con altri segni destinati a durare nel tempo.

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