Valcamonica

Breno, piazza Mercato restituisce un’altra pagina di storia

Trovato dagli archeologi lo scheletro di un giovane sepolto rannicchiato, con gioielli e attrezzi
Le sepolture di cavallo risalenti all’età del Ferro a Breno - © www.giornaledibrescia.it
Le sepolture di cavallo risalenti all’età del Ferro a Breno - © www.giornaledibrescia.it
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Lo scheletro di un adolescente, rannicchiato sul fianco sinistro e con un corredo ricco costituito da strumenti di selce, un vaso di ceramica e una lesina in rame e con addosso 770 perline e trenta denti di carnivoro forati, con tutta probabilità fissati in un sudario o mantello.

È l’ultimo ritrovamento degli ultimi giorni di scavi in piazza Mercato. Dopo oltre sei mesi gli archeologi hanno rinvenuto una tomba, conservata in minima parte, di un giovane che ricopriva un ruolo importante nella comunità del terzo millennio avanti Cristo. L’accordo tra l’Amministrazione e la Sovrintendenza ha consentito d’indagare a fondo l’area dove sarà realizzato un parcheggio interrato.

L’intervento della Sovrintendenza è concluso. Da lunedì si partirà a spron battuto con la costruzione dell’opera.

Tutto il materiale raccolto sarà indagato con le più moderne tecniche e, al termine, sarà realizzato un volume e (forse) dei pannelli illustrativi per collegare la storia della piazza con quella del castello. Nei giorni scorsi, a Breno, la celebrazione dei risultati, con il soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio Giuseppe Stolfi, presente all’incontro in municipio. L’indagine ha interessato un’area di 1.350 metri quadri a una profondità di 4,5 metri. I primi ritrovamenti risalgono al Basso Medioevo (tratti di muratura e due scheletri) e all’età del Ferro (argini di un torrente e sepolture di cavalli), ma i più significativi sono degli inizi del secondo millennio (buche di capanne) e dell’età del Rame (lo scheletro del giovane).

Il sindaco Alessandro Panteghini e l’ex primo cittadino Sandro Farisoglio hanno sottolineato come «intendere questi interventi al pari di un’opera pubblica abbia permesso una migliore collaborazione. Ora faremo in modo che gli sforzi fatti non restino in un cassetto, ma siano alla portata di tutti». «L’archeologia preventiva è spesso considerata un problema - ha aggiunto il sovrintendente - mentre è un’opportunità. Si ottengono ottimi risultati quando c’è un’ottima collaborazione, come accaduto a Breno. Qui si è capita l’importanza di una scoperta che aggiunge pagine molto antiche alla storia del paese e della valle intera».

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