Valcamonica

Ats della montagna, il bilancio del primo triennio

Bilancio da 509 milioni con servizi per 340 mila cittadini: da consolidare l’unione fra i territori
A Sondrio è stato tracciato il bilancio dell’Ats della montagna - © www.giornaledibrescia.it
A Sondrio è stato tracciato il bilancio dell’Ats della montagna - © www.giornaledibrescia.it
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È una storia lunga tre anni. Destinata a proseguire, anche se le incertezze per la revisione della legge di riforma del sistema sanitario regionale stanno instillando qualche dubbio. L’Ats della montagna è nata a gennaio 2016 e ieri a Sondrio ha celebrato il primo triennio di vita con un incontro che ha chiamato a raccolta dipendenti, portatori d’interesse, collaboratori e istituzioni dei tre territori che la formano: Sondrio, Valcamonica e alto Lario.

Il direttore generale Maria Beatrice Stasi ha tracciato un bilancio delle attività e dei progetti, conscia dell’attività d’integrazione compiuta per la creazione di un’entità che è sintesi di tre realtà diverse, che prima del 2016 o non esistevano o avevano già una loro autonomia, come l’Asl camuna. Per tracciare un modello è stato incaricato il Politecnico, al fine di supportare le decisioni politiche da prendere: a oggi sono state realizzate le audizioni degli attori principali. Anche per questo Stasi ha parlato di un «mandato sfidante, perché chiamati a svolgere le medesime attività delle altre sette Ats lombarde ma con specificità maggiori e in un contesto complesso».

Notevoli le risorse movimentate: il bilancio è di 509 milioni e fornisce prestazioni a 340 mila cittadini, di cui 108 mila cronici che assorbono il 70% delle risorse. Tra i tanti progetti che hanno dato lustro nel triennio c’è Arnica, riservato ai pazienti cronici, Ottobre rosa e gli screening, per i quali l’Ats Montagna ha i migliori risultati della Lombardia. In Valcamonica, poi, è stato esteso il registro dei tumori, il progetto per la Buona scuola (con corsi per imparare a utilizzare i defibrillatori nella quarte con il 2019 che vedrà interessati diversi istituti) e la sperimentazione pilota della telesorveglianza in ospedale.

«È un territorio difficile perché ha spinte autonomiste forti - ha detto Stasi - ma ha la possibilità di accedere a budget di un bacino con risorse più ampie». Un tema, le risorse, che viene molto contestato. Di camuni, ieri a Sondrio, se ne sono visti pochi: c’erano i dipendenti ma nessun sindaco a eccezione di Gianbettino Polonioli (Cimbergo), nessuno di associazioni e istituzioni eccetto la presidente di Federfarma Clara Mottinelli. Forse per distrazione, disinteresse o mancata comunicazione, l’Ats non è ancora nelle corde dei camuni.

 

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