Valcamonica

Assalto al portavalori: si va verso il processo

Chiuse le indagini a carico della guardia giurata in carcere da luglio scorso
L’accusato è in arresto dall’estate scorsa - Foto © www.giornaledibrescia.it
L’accusato è in arresto dall’estate scorsa - Foto © www.giornaledibrescia.it
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I soldi non sono mai stati trovati. Il grande accusato nega di essere l'autore del furto, ma al contrario continua a ripetere dal carcere di sentirsi una vittima. Per la Procura non ci sono però dubbi sulla sua responsabilità e per questo il pubblico ministero Donato Greco ha chiuso le indagini sul presunto finto assalto al portavalori di luglio, quando un 41enne di origini egiziane, ma cittadino italiano, guardia giurata per il gruppo Fidelitas, aveva denunciato di essere stato rapinato dell'intero carico di denaro che a bordo del suo blindato stava trasportando lungo le strade della Vallecamonica tra Braone e Ceto.

Un bottino di 377mila euro e destinato a filiali di banche ed uffici postali della zona, svanito nel nulla. La guardia giurata - che viaggiava da solo come prevede la normativa in caso di carico di denaro sotto un determinato importo - aveva raccontato di essere stato bloccato al mattino presto da un gruppo di malviventi, che dopo averlo fatto scendere dal portavalori lo avrebbe stordito con dello spray al peperoncino obbligandolo poi a consegnare le cinque valigette di soldi. Un racconto ritenuto privo di riscontri dagli inquirenti anche perché contro il 41enne sarebbero emersi elementi che lui non è stato in grado di spiegare.

A partire dal percorso - Brescia-Vallecamonica affrontato quella mattina alle sei che, stando alle telecamere che hanno immortalato il blindato, è stato diverso rispetto a quello che la guardia dice di aver fatto. Oltre al fatto che nella ricostruzione ci sono circa 40 minuti di nero, ovvero il tempo in cui è rimasto disattivato il gps del blindato.

Per gli inquirenti è in questi 2.400 secondi che le valigette con i 377mila euro sarebbero svanite nel nulla. E poi c'è un altro passaggio non secondario. In alcuni cassonetti a San Zeno i carabinieri hanno recuperato le buste-fascette porta soldi con le stesse matrici di quelle che erano nelle valigette scomparse e gettate dalla guardia giurata 41enne, come dimostrano i filmati delle telecamere installate in strada. E secondo l’accusa era già anche pronto a lasciare l’Italia. Al momento del fermo l’state scorsa aveva già preparato le valigie.

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