Università

Università virtuale: dall’Europa un finanziamento di oltre un milione all'UniBs

Il progetto unisce 12 atenei, ciascuno con le proprie specificità, per consentire ai ragazzi di svolgere esperienze formative e costruttive
La sede del Rettorato dell'Università degli studi di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
La sede del Rettorato dell'Università degli studi di Brescia - © www.giornaledibrescia.it
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Un finanziamento di oltre un milione e 200mila euro all’Università degli Studi di Brescia per consolidare le azioni già intraprese e raggiungere nuovi e più ambiziosi obiettivi nell’ambito del programma internazionale Unita. L’ammontare dei fondi stanziati dalla Commissione europea per il progetto complessivo, che unisce 10 università europee, risponde in totale a più di 14 milioni di euro, il tetto massimo offerto per questa tipologia di progetti. Ad annunciarlo, nella sede di UniBs, è il rettore Francesco Castelli con il prorettore alle politiche di internazionalizzazione Roberto Ranzi, e in collegamento streaming, il prorettore alla ricerca, Alessandro Padovani e il rettore dell’Università di Torino, Stefano Geuna.

L’alleanza Unita - Universitas Montium è nata qualche anno fa a seguito dell’apertura da parte della Ce di un bando per progetti di federazione tra atenei, al fine di rendere più competitivo e meno frammentato il contesto accademico dell’Unione. L’Università di Torino presentò allora, quale capofila, una proposta di confederazione di sei atenei - dislocati in Romania, Francia, Spagna, Portogallo - che condividono una lingua romanza ed una localizzazione decentrata (rurale, pedemontana, transfrontaliera), cui si sono associate negli anni altre università, tra cui appunto UniBs. Successivamente l’upload del progetto alla fase «2.0» con il coinvolgimento anche di due realtà extra Ue, un ateneo svizzero e uno ucraino.

Si continua

«La Commissione - spiega Castelli - ha approvato la proposta, per proseguire altri quattro anni, e a partire dal prossimo novembre, il percorso iniziato. L’alleanza poggia su alcuni punti fondamentali, quali l’attenzione ai territori, anche svantaggiati; l’aspetto linguistico; la condivisione di strutture per andare verso diplomi congiunti e corsi di laurea europei. È motivo di orgoglio - aggiunge il rettore Castelli - per la nostra università esserne partner a pieno titolo e con un ruolo di co-coordinamento della ricerca, derivante anche dal riconosciuto alto profilo dei nostri ricercatori».

Università virtuale

Una sorta, dunque, di european degree il cui valore consiste inoltre nel rafforzare quei processi di internazionalizzazione che all’università cittadina stanno molto a cuore e consentire ai ragazzi di svolgere esperienze altamente formative e costruttive. Insomma, una grande «università virtuale», come sottolinea il rettore torinese Geuna, che vede in cordata 12 atenei, pur ciascuno con le proprie specificità. Fra i temi che saranno al centro delle attività degli atenei, trovano posto economia circolare, energie rinnovabili, sostenibilità e patrimonio culturale.

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