UniBs, tasso d’occupazione degli ex studenti sopra la media nazionale

L’Università degli Studi di Brescia si conferma eccellenza nella formazione universitaria e trampolino efficace per l’inserimento nel mondo del lavoro. A dirlo è il 27esimo Rapporto 2025 del consorzio interuniversitario «AlmaLaurea» sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati di 80 atenei italiani, che ha restituito un’analisi approfondita sui profili di circa 305mila laureati nel 2024 e ha coinvolto 690mila laureati di primo e secondo livello delle coorti 2023, 2021 e 2019, intervistati rispettivamente a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo.
Sopra la media
Il rapporto è stato presentato oggi nell’aula magna del dipartimento di Economia e management dell’Università degli Studi di Brescia nell’ambito del convegno «Laureati e lavoro nel prisma del mismatch» organizzato con il Ministero dell'Università e della Ricerca e con il patrocinio della CRUI - Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. I dati relativi all’Ateneo bresciano parlano chiaro: le performance occupazionali dei suoi laureati superano le medie regionali e nazionali. A un anno dalla laurea triennale trova lavoro il 90,9% dei laureati contro l’82,5% della media lombarda. Per i laureati magistrali il tasso di occupazione è dell’88%, anche in questo caso sopra la media regionale (82,7%) e nazionale (78,6%). Spicca il dato a cinque anni dalla laurea magistrale biennale: il 94,1% degli ex studenti ha un impiego con una retribuzione media che supera i 2.000 euro netti al mese.
Il rettore
«Il Rapporto 2025 mette in luce numerosi indicatori positivi per il nostro Ateneo – ha osservato il rettore Francesco Castelli –, confermando le scelte strategiche fatte e la qualità dell’offerta formativa in sintonia con le esigenze del territorio. Le eccellenti prospettive occupazionali rappresentano per noi motivo di orgoglio».

Il profilo
Anche il profilo dei laureati bresciani evidenzia caratteristiche distintive. Rispetto alla media nazionale provengono in misura maggiore dagli istituti tecnici (36,2% contro il 19,7%) e in minor numero dai licei (57% contro il 73%). Il 70% degli studenti lavora durante il percorso universitario e quasi il 68% partecipa a tirocini formativi. Elevato il tasso di soddisfazione: il 90% si dichiara soddisfatto dell’esperienza complessiva, l’88% apprezza il rapporto con i docenti e l’85,8% ritiene adeguate le infrastrutture.
L’indagine
Nel dettaglio, l’indagine ha coinvolto 4.754 laureati dell’Università di Brescia. Tra i 1.680 triennali del 2023 intervistati a un anno dal titolo (escludendo coloro che hanno proseguito gli studi), il 90,9% è occupato e percepisce una retribuzione media mensile di 1.686 euro. Il 52% ha un contratto a tempo indeterminato e il 10,8% lavora in proprio. Il 77,1% ritiene la laurea efficace per il lavoro svolto. Tra i laureati di secondo livello del 2023 (1.041 in totale) l’88% è occupato a un anno dal titolo. La percentuale sale al 94,1% tra i 1.026 laureati del 2019, intervistati a cinque anni dal termine degli studi. Il 51,3% ha un contratto a tempo indeterminato e il 18,8% lavora in proprio. Le retribuzioni nette medie raggiungono i 2.010 euro mensili. Inoltre, il 78,6% considera il proprio titolo molto efficace o efficace per la professione svolta.
I laureati dell’ateneo bresciano si inseriscono prevalentemente nel settore privato (64,4%) e nei servizi (73,2%), ma anche l’industria ha un peso significativo (26,1%). «Il profilo che emerge è quello di una comunità accademica solida, preparata e soddisfatta - ha aggiunto Castelli -: un risultato che premia studenti e docenti, e che consolida il ruolo strategico dell’Università degli Studi di Brescia nello sviluppo del capitale umano del territorio».
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