Il Rapporto AlmaLaurea: «Si cerca equilibrio tra vita privata e lavoro»

Il Rapporto AlmaLaurea 2025 sulla condizione occupazionale dei laureati presentato ieri all’Università degli Studi di Brescia mostra un quadro nazionale positivo nel suo complesso: il tasso di occupazione a un anno dal titolo ha raggiunto il livello più alto dell’ultimo decennio, con un 78,6% sia tra i laureati triennali che magistrali. Dopo cinque anni la percentuale sfiora o supera il 90%.
Si rafforzano le forme di impiego stabili: crescono i contratti a tempo indeterminato (+4,6 punti per i triennali, +3,3 per i magistrali) e aumentano anche le retribuzioni. A un anno dal titolo, lo stipendio medio netto mensile è di 1.492 euro per i laureati di primo livello e di 1.488 per quelli di secondo, in crescita reale rispettivamente del 6,9% e del 3,1% rispetto al 2023. Il 59,9% dei laureati è donna ma la presenza femminile resta bassa nelle discipline Stem (41,1%): questa percentuale è ferma da dieci anni. Chi arriva all’università nel 73% dei casi ha frequentato un liceo, in particolare scientifico (37,5%), linguistico (11,9%) o classico (11,7%).
I diplomati tecnici sono il 19,7%, i professionali appena il 3,3%. In crescita anche la mobilità territoriale: quasi un laureato su tre del Mezzogiorno (28,7%) ha scelto un ateneo del Centro-Nord, una tendenza in aumento rispetto al 2014 (23,2%). Il fenomeno resta molto più contenuto tra chi proviene dal Nord (4,3%) e dal Centro (14,3%).
«Negli ultimi anni i laureati sono sempre meno disponibili ad accettare lavori non coerenti con il proprio titolo di studio – piega la direttrice di AlmaLaurea, Marina Timoteo –, e sempre più cercano occupazioni che favoriscano l’equilibrio vita-lavoro, che consentano lo sviluppo di buone relazioni con i colleghi e sostengono valori di utilità sociale. Ora dobbiamo ascoltare la loro voce».
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