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All'Università di Brescia si studierà anche Scienze della pace

La Statale, in collaborazione con l’ateneo di Pisa, ha creato il primo percorso di studi dedicato
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UN CORSO IN SCIENZE PER LA PACE
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La pace si costruisce con il sapere. Il territorio bresciano ha alle sue spalle una lunga storia di esperienze di pace, nate e formatesi di pari passo con le loro antitesi simbiotiche, i conflitti. Intercettando questo anelito della società e al contempo seguendo un’attività di ricerca sviluppatasi negli ultimi anni in tale direzione, l’Università degli Studi di Brescia in collaborazione con quella di Pisa ha dato vita al primo corso di laurea italiano in Scienze per la pace.

«Apriamo un nuovo fronte - conferma il rettore Maurizio Tira -, in una provincia che sui temi della pace è sempre stata molto attiva». Inquadrato nel dipartimento di Giurisprudenza, il corso magistrale (due anni durata, necessaria una laurea triennale) sarà attivato già dal prossimo anno accademico «e nasce dal bisogno di risposta al conflitto - sottolinea il direttore del Centro studio di ateneo University for peace Antonello Calore -, affrontato insieme alla pace sotto gli aspetti giuridici, economici, storici e antropologici». 

Il corso sarà inter ateneo: dopo un primo anno comune, dove si dovranno sostenere esami quali Sociologia dei conflitti ambientali o Globalization and economic development, sarà possibile scegliere tra quattro diversi curricula, uno dei quali afferenti all’ateneo bresciano, Regolazione pacifica dei confitti e terrorismo (gli altri sono Peace building, Cooperazione umanitaria e Cooperazione e protezione civile).

L'incontro tra il rettore Maurizio Tira e i rappresentanti delle realtà che hanno contribuito alla nascita del nuovo corso
L'incontro tra il rettore Maurizio Tira e i rappresentanti delle realtà che hanno contribuito alla nascita del nuovo corso

«Questa scelta nasce da un dialogo con le realtà del territorio, in primis le tre che hanno sostenuto il Centro di ricerca cioè Comune, Casa della memoria e Fondazione Finanza etica - spiega il delegato del rettore alla responsabilità sociale Carlo Alberto Romano -, dialogo che continuerà per continuare ad affinare la didattica e calibrarla sui bisogni del tessuto sociale ed economico». Una volta terminato il corso i laureati potranno entrare nel mondo del lavoro «come mediatori dei conflitti, internazionali ma anche nazionali e locali» evidenzia Calore. Figure importanti anche per le imprese più internazionalizzate, capaci di risolvere pacificamente i conflitti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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