Il diario della bicicletta su YouTube

Discese ardite e risalite. Su e giù dai monti, solcando i bellissimi sentieri della nostra provincia (e non solo) con biciclette fiammanti, da testare e recensire su Internet. È la vita di Andrea Ziliani, videomaker trentenne di Villanuova sul Clisi, che a un anno dall’apertura del suo canale YouTube vanta oltre 4 milioni e mezzo di visualizzazioni e 34mila iscritti entusiasti delle avventure e dei consigli amichevoli per ciclisti che dispensa quasi quotidianamente.
Il segreto del successo è un’alchimia tra competenze sportive e tecniche, toni confidenziali, sapiente regìa, montaggi video dal ritmo avvincente. E soprattutto un’autenticità sottolineata dalla presenza in scena di tanti amici e atleti con i quali Andrea si confronta. Serio al punto giusto quando serve, Ziliani sa intrattenere grazie ad una simpatia che risulta sincera, mostrando di essere il primo a divertirsi, quando ride e «raida», come si dice in gergo per indicare l’inforcare la bici.
Un termine che ritorna anche nel titolo della rubrica affidatagli dal sito ufficiale Redbull, «Raida con Zili»: un imprimatur che sottolinea la grinta del bresciano, con un passato nell’agonismo su strada. Infatti, sebbene le esperienze in mountain bike (e-bike incluse) e gravel rappresentino il cuore del canale, c’è spazio anche per tour panoramici, asfalto compreso, come nell’acclamato video «Il giro del Lago di Garda - 220 km in bici da corsa» (83mila visualizzazioni).
Tra i più visti «Prima volta in bike park - Cose da non fare» (oltre 150mila spettatori) e le 4 puntate estive sulle Dolomiti (oltre 200mila click).
Tante poi le recensioni di accessori e nel periodo natalizio un caso emblematico: «Ho costruito una bici elettrica», dove trasforma una normale mtb in e-bike montando motore e batteria. Insomma, lo youtuber si è ritagliato un ruolo particolare, da guru allegro di quello sport su due ruote che spesso per chi lo pratica assume i tratti di uno stile di vita.
Andrea, qual è la strada che ti ha portato su YouTube? Dai 12 ai 23 anni correvo in bici a livello agonistico. Quando ho smesso, ho cominciato a scrivere per riviste di settore e a lavorare come videomaker e operatore drone per il campionato Superenduro.
Questo spiega la tua destrezza nelle riprese aeree. E qual è l’ingrediente segreto della ricetta del tuo successo? Credo sia la spontaneità: sono me stesso, non interpreto un personaggio. Su YouTube bisogna essere naturali, il pubblico cerca un approccio confidenziale. E il mondo della mountain bike stesso è in linea con questa attitudine.
In questa ottica l’idea di coinvolgere spesso i tuoi amici (oltre ai rider professionisti) nelle pedalate è vincente. Jari e Pialo sono presenze brillanti… Raccontare storie è ciò che fa la differenza. I test delle attrezzature sono importanti, ma sono le esperienze a catturare l’attenzione.
Tanti ragazzini sognano la celebrità on line. Quanto è impegnativa questa attività? Ci vogliono costanza e impegno. Ad esempio ho passato il pranzo di Natale con il computer sulle gambe per montare un video girato quel mattino, per metterlo subito on line. Ed è importante sperimentare, cosa che adoro.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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