Strada facendo

Ricordando «The floating piers»: quando camminammo sull’acqua

Il 18 giugno 2016 prendeva vita l’iconica installazione di Christo e Jeanne-Claude: un’iniziativa da non disperdere, guardando al futuro di Sebino e Franciacorta all’insegna di arte e cultura
The floating piers, foto Adriano Baffelli
The floating piers, foto Adriano Baffelli
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Mercoledì 18 giugno 2025, penso risalendo dalla Franciacorta il lago d’Iseo verso la Vallecamonica, ricorre il nono anniversario della giornata che apriva i magici giorni di The floating piers, l’iconica e visionaria installazione partorita dal genio creativo di Christo e Jeanne-Claude che sino al 3 luglio 2016 permise di camminare sull’acqua a un milione e 325mila persone.

Il ricordo di quei giorni favolosi nei quali, appunto, camminammo sull’acqua, s’accompagna ad alcune riflessioni su quell’evento straordinario e sul suo lascito. The floating piers, l’installazione di land art che collegò Sulzano a Monte Isola e all’isoletta di San Paolo, ebbe un’eco planetaria, grazie anche all’abbinamento dell’opera, intrinsecamente ricca d’appeal, alle molte bellezze naturali e all’arte proposte dal territorio del Sebino e della Franciacorta, che allo stesso s’intreccia e si abbraccia.

Peccato che sui luoghi epicentro dell’iniziativa non vi sia nemmeno una piccola targa a ricordo di quegli intensi giorni e di quelle magiche notti. Sarebbe opportuno che tanta energia e la seguente enorme immagine positiva regalata al territorio non restasse solamente un bel ricordo fotografico. Quel lascito andrebbe valorizzato, facendolo diventare il prezioso carburante per un futuro all’insegna dell’arte e della cultura. Tratti che dovrebbero diventare distintivi di Sebino e Franciacorta, rappresentando un effettivo spartiacque tra il primo e il dopo The floating piers, Installazione che già ha avuto positive ricadute turistiche e d’immagine soprattutto per il lago d’Iseo, ma il tempo passa inesorabile e senza iniziative capaci di ricordare quanto è stato, declinandolo in nuove suggestive proposte ad alto valore aggiunto, il rischio che la memoria svanisca e con essa l’effetto trascinamento di quei giorni unici divenga sempre più flebile.

L’impegno del territorio e di figure chiave, come il critico d’arte Germano Celant e l’imprenditrice e collezionista Umberta Gnutti Beretta, per non dire del ruolo tecnico operativo degli imprenditori Angelo, e del figlio Alessandro, Ziliani che operarono tra il 2015 e il 2016, risultando determinanti per risolvere complessi aspetti tecnici e rendere possibile il miracolo di attraversare a piedi il lago sulla passerella giallo dalia voluta da Christo e Jeanne-Claude, merita di non andare disperso. A maggior ragione considerando che il prossimo anno ricorrerà il decennale dei pontili galleggianti sul Sebino.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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