Ricordando Franco Bettini, medico fotografo innamorato delle Torbiere

Sono numerose le iniziative artistiche e culturali, grazie anche al figlio Alex, mantengono vivo il suo ricordo
Le Torbiere del Sebino
Le Torbiere del Sebino
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Mentre effettuo una breve corsa ad andatura lenta, immerso nella natura e nel silenzio delle Torbiere del Sebino, naturale s’affaccia il ricordo di una figura che con i suoi scatti fotografici seppe con grande maestria cogliere lo spirito di questo magico spazio, nato dalla fusione tra natura e lavoro dell'uomo. Molti avranno intuito che mi riferisco a Franco Bettini, apprezzato medico condotto a Provaglio d’Iseo e appassionato fotografo, scomparso ormai 34 anni o sono, ma presente indelebilmente nella collettiva memoria della comunità locale.

Sono ancora in tanti a ricordare il professionista e l’uomo Bettini con immutata stima. «Le testimonianze di affetto postumo nei confronti di papà – confida il figlio Alessandro, Alex per gli amici, impegnato da tempo a valorizzare l'attività del padre – ci commuovono. D’altro canto, la sua figura e la sua vasta attività fotografica sono continuamente ricordate dalle numerose iniziative dedicategli anno dopo anno: pubblicazioni e recensioni su libri e riviste, eventi, mostre e proiezioni».

Il medico fotografo nacque a Gazoldo degli Ippoliti, nel Mantovano, nel 1927. Trasferitosi a Brescia nel 1939, si laureò in Medicina e Chirurgia nel 1952. Nel 1953 si trasferisce a Corticelle Pieve, nella Bassa bresciana, dove inizia ad esercitare la professione di medico. Risalgono a questo periodo i suoi primi esperimenti fotografici e, contemporaneamente, entra a far parte, fra i primissimi soci, del neonato Cinefotoclub di Brescia.

Nel 1955 sposa Mirella Toni, dal matrimonio nascono Christian, Donatella e Alessandro. Nel 1963 si stabilisce con la famiglia a Provaglio d’Iseo, dove consolida la passione più profonda per la fotografia, coltivata poi per tutta la vita con amore, conseguendo negli anni numerosi e qualificati riconoscimenti in Italia e all’estero. Negli ultimi anni accusa, a tratti, problemi di salute, che si risolvono positivamente grazie allo spirito e alla grande forza di volontà che lo contraddistinguono, ma la tragica e improvvisa perdita della figlia Donatella e della nipotina Silvia in un incidente stradale avvenuto il 4 marzo 1991 ne segnano definitivamente la resistenza fisica e lo spirito. Si spegne a casa sua soltanto un mese e mezzo dopo: è la mattina del 17 aprile.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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