Il telefonino al volante, un pericolo sottovalutato

Attraversando le molte strade della nostra vasta, è in gran parte trafficata, provincia, autostrade comprese, così come i sempre più intasati percorsi della città capoluogo, un preoccupante dato comune emerge costante e immutabile: l'uso del cellulare mentre si guida. Azione diventata fin troppo comune. Una notifica, un messaggio veloce, una chiamata improvvisa: in pochi secondi l'attenzione si sposta dallo spazio della strada a quello dello schermo. È in quell'attimo sospeso che nasce il pericolo.
Paradossalmente l'uso del cellulare per lo scopo primario per il quale era nato, telefonare, potrebbe essere il meno. Il problema più grande è che un numero elevato, forse crescente di i... individui non si limita a telefonare mentre guida ma scrive, messaggia, chatta e quant'altro.
Un fenomeno endemico, pericoloso, continuamente indicato come uno dei parametri che contribuisce all'incremento di incidenti, anche mortali, dopo un periodo nel quale erano in contrazione. La guida richiede concentrazione, prontezza di riflessi, capacità di prevedere i movimenti altrui. Distrarsi equivale a sottrarre risorse cognitive essenziali. Non a caso le statistiche segnalano l'uso dello smartphone come una delle principali cause di incidenti.
Il punto non è soltanto la multa o la perdita di punti sulla patente: è il rischio reale di compromettere vite. Rinunciare a rispondere subito a un messaggio non è una rinuncia di libertà, ma un atto di responsabilità. Forse il vero segno di modernità non sta nell'essere sempre connessi, bensì nel sapere disconnettersi quando serve. E al volante serve più che mai.
L'impressione è che i controlli rimangano un'eccezione, consentendo così l'ulteriore diffondersi di un fenomeno barbaro e incivile, ad alto potenziale di rischio per pedoni e ciclisti oltre che per altri automobilisti. Inutile dire, come ricordava un'amareggiata signora che pochi giorni fa, lungo il tratto cittadino della Triumplina, ha rischiato di essere investita sulle strisce da una distratta ragazza che messaggiava mentre guidava: «Se fai presente alla persona disattenta la pericolosità della sua azione, viene insultata e rischi di pagare il prezzo del richiamo al rispetto delle regole». No, non ci siamo proprio.
Altro che «una telefonata ti allunga la vita», come recitava Massimo Lopez negli Anni '90 promuovendo una compagnia telefonica. Oggi dovremmo dire che il messaggio è il pericolo, parafrasando con estrema libertà, non ce ne voglia, il sociologo Marshall McLuhan. In attesa di tecnologie e automatismi che impediscano l'uso dei dispositivi mobili mentre si guida, servono controlli e adeguati interventi per contrastare l'incivile ignoranza che quotidianamente trionfa sulle nostre strade.
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