YOUTH – LA GIOVINEZZA

Regia: Paolo Sorrentino
Con: Michael Caine, Harvey Keitel, Rachel Weisz, Paul Dano, Madalina Ghenea, Jane Fonda
Genere: drammatico
Distribuzione: Warner
È stato trascurato, o meglio snobbato, a Cannes (e in Francia), ma ha stravinto in Europa ottenendo i Premi Bafta, gli Oscar europei; per il film, per il regista Paolo Sorrentino e per il protagonista Michael Caine, che ha ottenuto anche un meritatissimo Premio speciale onorario alla carriera. Un riconoscimento strameritato che potrebbe non essere il solo visto che, essendo stato girato in inglese, potrebbe concorrere anche agli Oscar nelle categorie principali, per altro già vinto (am per per la pellicola straniera) dal regista italiano con “La grande bellezza”.
E qui, anche se per un critico dovrebbe sempre alterizzarsi, vado sul personale: quando ho visto il film, uscito nello stesso giorno della discesa in concorso alla Croisette, ne sono rimasto affascinato come di rado mi capita per il modo per cui affronta il tema della creazione artistica assieme a quello del declinare della vita e per come offre un messaggio di speranza e di fiducia nei giovani, oltre naturalmente che per l’alta qualità della regia e dell’interpretazione. Insomma, un film eccellente, come ha mostrato anche il box office italiano che lo ha premiato più degli altri due in gara a Cannes: “Mia madre” di Nanni Moretti e “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone (pure entrambi ora disponibili in dvd e in blu ray) e sul quale avevo fatto una sorta di gioco di parole che partiva dal presupposto che “La grande bellezza” era una sorta di seguito attuale della “Dolce vita” di Fellini: “questo è il 9 1/2 dì Sorrentino perché si riallaccia e non solo per toni a tratti onirici, la presenza di un luogo di cura per clienti danarosi (là le terme, qui una clinica svizzera) e del tema della creatività in declino e della crisi anche esistenziale dell’artista all’”8 ½” felliniano, piacevole e divertente anche se drammatico; e perché è il nono film di Sorrentino e merita mezzo punto in più tanto è bello”.
La vicenda si svolge in un elegante albergo con terme annesse ai piedi delle Alpi, dove si ritrovano per l’annuo appuntamento due amici ormai anziani: il musicista, compositore e direttore, Michael Caine, chiuso in se stesso, sfiduciato e che non vuole più esibirsi neppure quando glielo fa chiedere insistentemente la regina Elisabetta che per di più gli chiede un pezzo che aveva composto per la moglie cantante (e che egli ama ancora molto, giustificando il rifiuto per la di lei mancanza); il regista cinematografico Harvey Keitel che con la collaborazione di alcuni giovani sta scrivendo la sceneggiatura di quello che dovrebbe essere il suo ultimo e migliore film.
Tra gli altri ospiti, la figlia di Caine ((Rachel Weisz), lasciata dal marito (guarda caso il figlio di Keitel) per un’altra donna; una bellissima Miss Universo che rivelerà di avere anche cervello e non solo uno splendido fisico; un attore famoso che si ispira per il nuovo ruolo e che è dispiaciuto che la gente lo identifichi solo in un personaggio che ha fatto e che ritiene minore; un ex-calciatore superobeso (un sosia di Maradona), ma che palleggia ancora bene e altro. Più Jane Fonda, anziana star Usa che Keitel aveva portato alle stelle lanciato e che vorrebbe anche nel suo nuovo film, ma che forse ha altre idee… C’è tanto, per taluni troppo (Sorrentino non ha solo ammiratori, anche gente gelosa dell’Oscar avuto) , ma il film è grande proprio perché con il suo andirivieni tra speranza e crudeltà, cose apparentemente inutili e momenti alti, prosa e poesia, ironia e tristezza, surrealtà e disincanto finisce per rappresentare ciò che è la vita, mosaico inafferrabile di tanti momenti.
Ottima l’edizione in dvd e ancor meglio quello in blu ray, entrambe con un discreto corredo di extra: backstage, Intervista a Sorrentino, scene tagliate (solo due minuti), trailer, teaser e galleria fotografica.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato