Storie

VEDO NUDO

Regia: Dino Risi
AA

Regia: Dino Risi
Con: Nino Manfredi, Sylva Koscina, Véronique Vendell, John Karlsen, Umberto D'Orsi, Nerina Montagnani, Daniela Giordano (I), Bruno Boschetti, Jacques Stany
Genere: commedia a episodi
Distribuzione: Mustang

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Ha fatto vincere nel 1969 il David di Donatello come miglior attore protagonista a Nino Manfredi questo film a episodi in cui Dino Risi racconta con garbo (nonostante la presenza di un tema all’epoca molto delicato come l’omosessualità non fu nemmeno vietato ai minori) vizi, manie e paradossi erotici nell'Italia degli anni '60. Sette storie apparentemente di svago, ma sotto alcune delle quali, come era tipico della miglior commedia all’italiana, affiora anche un lato amaramente drammatico in cui Manfredi, attraverso un esteso arco di caratteri, dà la misura delle sue grandi doti di attore anche in ruoli più svariati. Vediamole: in "La diva", un ferito viene accompagnato in ospedale da una famosa attrice (Sylva Koscina come se stessa) ma tutti sono talmente presi da lei a cominciare dal primario (Manfredi) da trascurare il poveretto che muore.

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In "Processo a porte chiuse", l’episodio più pecoreccio, ma valorizzato dall’arte mimica del protagonista, Manfredi è un contadino di non troppa intelligenza che viene processato in tribunale per aver abusato di una gallina, accusa dalla quale l’imputato cerca di discolparsi e giustificarsi descrivendo, da una parte, le avances della gallina che lo avrebbero provocato e, dall’altra, la personale lunga astinenza; che deciderà il giudice? In “Ornella, ovvero la doppia vita", Manfredi è un impiegato delle poste che rifiuta la corte e gli inviti di un’avvenente collega perché in possesso di un segreto: la domenica si vesta da donna e scrive lettere firmate Ornella al il ragioniere torinese Carlo Alberto Ribaudo (Enrico Maria Salerno) che si innamora della mittente e vuole conoscerla. Che accadrà  quando costui si reca a Roma per conoscerla? Che la prima volta non la trova perché accorsa ad assistere una zia moribonda, e si vede invece davanti il di lei fratello che lo ospita e con cui fa amicizia. Il tema è comunque trattato con estrema delicatezza e il finale a sorpresa non fece scandalo. In "Il guardone", Manfredi è un miope, a causa di un gioco di specchi, crede di vedere il corpo di una ragazza nuda ma non si accorge che si tratta del suo… In “L'ultima vergine” siamo a Spoleto, cittadina che vive sotto l’incubo di uno stupratore serial killer, ragion per cui una ragazza  scambia il tecnico venuto per sistemare il telefono (Manfredi) per maniaco sessuale e gli si concede per evitare di essere violentata e uccisa. Di turbe psicologiche parla invece “Motrice mia”, dove Manfredi è un uomo complessato che trascura la bella moglie cui non cela le sue varie avventure: il fatto è che lui trova una malsana attrazione per i treni, passando le notti sdraiato su un binario e compiendo veri e propri atti sessuali. Infine, "Vedo nudo", l’ultimo episodio che dà anche il titolo al film, mostra le traversie di Manfredi pubblicitario che a furia di vedere per lavoro donne spogliate o discinte vede nuda ogni donna che incontra. Un malanno da cui si può guarire, ma per il quale il rimedio è forse peggiore… Tra i meriti del film, che ancora oggi resta un esempio di riuscita e a tratti perfida commedia all’italiana, oltre alla citata prova del protagonista e alla regia (Manfredi e Risi erano reduci dallo straordinario film-feuilleton “Straziami ma di baci saziami”), c’è la sceneggiatura di di Ruggero Maccari, Fabio Carpi, lo stesso Risi, Bernardino Zapponi e Jaja Fiastri, professionisti conoscevano precisamente le formule per strappare grosse risate in modo arguto e intelligente evitando quelle che poi sarebbero state le bassezze dei cinepanettoni.
Più curato del solito il dvd che per extra offre "La bulimia dello sguardo" Introduzione del critico e studioso Gianni Canova.

 

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