UN AMLETO DI MENO

Dopo "Nostra signora dei Turchi", la cui edizione in dvd Raro video è stata segnalata qualche settimana fa, il recupero del cinema-teatro di Carmelo Bene prosegue con questo film in concorso a Cannes 1972 e ricavato dall’omonimo testo teatrale, uno dei tanti lavori del geniale e sconcertante autore-attore-regista dedicati alla figura del prence shakesperariano. L’aggettivo sconcertante ben si addice a Carmelo Bene, uomo di teatro dalla straordinaria voce e di spettacolo (pure nella vita) che non cercava tanto la gratificazione del pubblico, spesso sottoposto persino a qualche choc (basti dire che quando portò al Grande di Brescia il testo, non soddisfatto di come stava andando, fermò tutto dopo un’ora circa e ricominciò a recitare dall’inizio…), quanto l’autoglorificazione. Scritto, diretto, interpretato da Bene, pure responsabile degli incredibili a vedersi costumi che però lasciano apparire le parti intime delle attrici (il nudo femminile è una delle cifre stilistiche), decisamente più facile nel suo essere intrigante e dissacrante rispetto a "Nostra signora…", "Un Amleto di meno" è il risultato di un taglia-e-cuci fra il capolavoro di Shakespeare e "Amleto, o le conseguenza della pietà filiale e Lamento dello sposo oltraggiato" di Jules Laforgue con l’aggiunta di alcuni verso della poesia di Gozzano intitolata "La signorina Felicita ovvero la Felicità". La trovata è che Bene, direttore di una compagnia che gira l’Europa recitando Amleto, nella vita si comporta come il Principe di Danimarca e diventa un consapevole inetto (sarà l’infuriato Orazio a leggere i passi più importanti del testo, "Essere o non essere" compreso che si tinge di ironia) che recupera sì il trono, ma perde Kate, la sua unica ragione di vita, celebrata con un funerale in cui tiene una singolare (e folle?) commemorazione. Un film impegnativo, non di svago, ma intrigante: utile e ben fatto extra la presentazione di Valentina Pattavina.