TUTTE LE SERE ALLE NOVE

Regia: Jack Clayton
Con: Dirk Bogarde, Pamela Franklin, Mark Lester, Margaret Leclere, Louis Sheldon Williams
Genere: drammatico/horror
Distribuzione: Sinister film
Ha quasi 50 anni (è del 1967) ed appare un po’ datato per il pubblico di oggi che ha visto ripetutamente (e ben più palesemente) affrontare il tema scottante dell’incesto e ha conosciuto anche altri “bambini cattivi”, ma risulta sempre inquietante e autenticamente horror nello spirito (non nelle immagini) questo gotico (tale è anche la dimora in cui vive la singolare “famiglia”) psicologico britannico di Jack Clayton che già nel 1961 aveva portato sullo schermo in modo decisamente egregio “Giro di vite” di Henry James, pellicola conosciuta in Italia come “Suspense” il cui titolo originale britannico era “The innocents” e dalla quale riprese l’attrice allora bambina Pamela Franklin. Non più in bianconero come il precedente, ma a colori e sempre tratto da un romanzo, in questo caso di Julian Gloag, “Tutte le sere alle nove” (“Our mother’s house”, La casa di nostra madre) ha per protagonisti i sette figli che la signora Hooks ha allevato da sola con regole rigidissime e all’insegna di una religiosità distorta che diventa anche fanatismo. Morta la madre dopo una lunga malattia, i ragazzi, temendo di essere divisi e dati in adozione a diverse famiglie, non lo fanno sapere a nessuno e la seppelliscono in giardino continuando a comportarsi come se fosse ancora viva, trincerandosi dietro una lunga serie di bugie nei confronti dei vicini e degli insegnanti.

A reggere il gioco è soprattutto la sorella maggiore Diana (la Franklin) che è una medium (o si fa credere tale pur non avendone le doti?) e li guida in una riunione che tutte le sere alle nove tengono nel "tabernacolo" per parlare con la madre defunta impartendo loro istruzioni e all’occorrenza anche severe punizioni (vedi cosa capita alla sorella minore che aveva permesso ad un estraneoi di riportarla a casa in moto). Un tran tran che prosegue indisturbato (e angosciante per lo spettatore) finché non arriva uno sconosciuto che dice di essere il loro padre e li salva da una situazione imbarazzante causata da un maestro di scuola che voleva indagare su di loro. Charlie Hook (Dirk Bogarde), così si chiama, si installa così in casa fingendo inizialmente di dare loro l’affetto mancante, ma ben presto rivelerà la sua vera natura di ubriacone e scioperato che vuole impossessarsi dei soldi che la madre aveva messo via per loro. Ma qual è il mondo più minaccioso: quello fantastico e cupo che i sette ragazzi hanno creato, o quello reale in cui il genitore vorrebbe forzosamente introdurli? Clayton come regista è assai bravo, crea il giusto clima, dirige efficacemente i sette giovani attori (un paio faranno anche carriera) ed è supportato dall’eccellente prova di Bogarde nella cui carriera ha dato vita ad alcuni monumentali personaggi viscidi (vedi ad esempio “Il servo” e “L’incidente” di Losey.
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