THE WALK UNA STORIA VERA

Regia: Robert Zemeckis
Con: Joseph Gordon-Levitt, Ben Kingsley, Charlotte Le Bon, James Badge Dale
Genere: drammatico
Distribuzione: Sony
Nel pubblico – e ancor più negli esercenti che non di rado non ospitano i film in questione – pare esserci una certa idiosincrasia nei confronti del 3D, nel caso del primo non solo per il “fastidio degli occhiali” e per prezzo più elevato, ma anche perché considera la tridimensionalità una sorta di gioco, un baraccone d’intrattenimento che aggiunge poco, solo qualche effetto di oggetti che paiono scagliati verso lo spettatore. Se poi si aggiunge che a volte si tratta di un 3D “truffaldino”, ossia creato in fase di postproduzione non pensando neppure alle citate “uscite”, è abbastanza comprensibile il fenomeno di disaffezione che pare in atto e che ha portato anche persino la Disney alcune case a non approntare per l’home video italiano blu ray con la versione 3D di film arrivati in sala come tali: vedi “Lone ranger” (ma non solo). Tutto questo preambolo per dire che “The walk” di cui si sta parlando è un film che è stato concepito, creato e girato per la tridimensionalità e che come tale si sarebbe dovuto vedere in sala, esaltandosi e rabbrividendo con le immagini vertiginose che offre nel rievocare l’impresa spericolata (e realmente compiuta) del funambolo francese Philippe Petit, che il 7 agosto del 1974 camminò su un filo d'acciaio sospeso fra le Torri gemelle del World Trade Center a 412 metri d'altezza. Impresa che fu celebrata nel documentario del 2008 “Man on wire - Un uomo tra le Torri” di James Marsh, vincitore dell’Oscar e di altri importanti premi di categoria che in quell’anno fu presentato con successo al Festival Internazionale del Film di Roma. Dove, la scorsa edizione, ha avuto la sua anteprima italiana questo film di Robert Zemeckis, ora disponibile in dvd e in blu ray (anche 3D). Che Zemeckis sia un ottimo regista è risaputo, ma è anche uno che ama lanciarsi nella mischia della sperimentazione sia a livello di trame (vedi la trilogia di “Ritorno al futuro” che ha segnato una tappa importante della fantascienza e della commedia “Cast Away” con Tom Hanks naufrago su un’isola deserta), ma ancor più a livello di tecnica come il mix perfetto di attori e animazione aggiunto al geniale script di “Chi ha incastrato Roger Rabbit”, o il ricorso alla motion capture (di cui fu un propugnatore, ma che si spense nel fallimentare e disneyano “Milo su Marte”) per il trittico “Polar Express!, “La leggenda di Beowulf” e “A Christmas Carol”.
Pellicole queste tre che hanno circolato anche in 3D, le prime due da post produzione. Con “Walk”, Zemeckis ha affrontato una nuova e duplice sfida: girare un film per il quale la terza dimensione non sia un orpello, ma un elemento fondamentale; recuperare le Torri Gemelle che dopo la tragedia dell’11 settembre 2001 Hollywood aveva provveduto a cancellare dallo skyline newyorkese (a partire dalla sigla della Miramax) e che qui tornano prepotentemente essenziali nel ricordare la follia del terrorismo, ma anche la folle impresa di un uomo che mise a rischio la sua vita per compiere ciò che sembrava impossibile data l’altezza e le forti correnti del vento che soffiava a 412 metri dal suolo, senza contare per di più che si trattava di un’impresa contro la legge (e la polizia lo avrebbe poi arrestato…). A Petit, un giovane francese che si esibiva nelle piazze di Parigi, l’idea era venuta leggendo una rivista che annunciava la costruzione delle Twin Towers del World Trade Center di New York e da allora il progetto è divenuto una sorta di ossessione tanto da dedicarsi anima e corpo alla pianificazione dell'impresa. Per la quale con un gruppo di amici si trasferì a New York progettando ogni mossa e acquisendo ogni dettaglio delle torri, compreso il poter trascorrere la notte all'interno del complesso per fare la traversata con le luci del mattino, “passeggiata” su un cavo senza alcuna rete di protezione sotto fatta e ripetuta per quasi un'ora avanti e indietro con le nubi e il cielo a guardare dall’alto l’autore. Ci sono due momenti nel film, il primo a Parigi, normale se non routinario con Petit (interpretato da Joseph Gordon-Levitt) che prepara quello che per audacia, sfrontatezza , bellezza, è stato definito da qualcuno “il più potente gesto dada del XX secolo”; e poi l’altro, quello magico, straordinario della traversata fatta cambiando direzione più volte per gabellare (c’è pure un che di vecchie comiche) i poliziotti appostati per catturarne l’autore, portata sullo schermo con spettacolari effetti speciali che rendono lo spettatore partecipe dell'impresa e il 3D che aggiunge con il suo senso di vuoto un doveroso e autentico senso di vertigine coinvolgendo lo spettatore in modo difficilmente raggiungibile. Zemeckis ha fatto un bellissimo film, come Petit ha vinto la sfida che si era autoposto, ma non ha vinto quella dell’Academy che non gli ha conferito nessuna candidatura all’Oscar neppure per le categorie tecniche (e si tratta di una delle pagine più assurde, anzi nere della storia del premio hollywoodiano che pur ne vanta non poche); e ha vinto solo in parte la sfida del pubblico che non ha fatto di “The walk” un campione d’incassi. Ora l’edizione home video (chi è attrezzato lo guardi in 3D, anche se non sarà come in sala) può in parte rimediare in parte alla poca attenzione avuta e non dovrebbe avere modo di pentirsene, Per il resto il tempo è sempre il miglior giudice, lasciamoglielo fare e tra qualche anno vedremo… Passando agli extra, il dvd offre in “Pilastri di sostegno” i ritratti dei personaggi veri nel film affidati agli attori; più ricco, come da passi Sony, il contenuto del bd che aggiunge: scene tagliate; “Primi passi: imparare a fare il funambolo” e “L'incredibile camminata” sulla ricostruzione della passeggiata tra le torri e delle Twin towers stesse.
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