Storie

THE VATICAN TAPES

Regia: : Mark Neveldine
AA

Regia: : Mark Neveldine
Con: Michael Peña, Djimon Hounsou, Peter Andersson, Olivia Taylor Dudley, Kathleen Robertson, Dougray Scott
Genere: horror
Distribuzione: Pulp video

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"I Vatican Tapes” del titolo di questo film, fresco di uscita per l’home video, sarebbero i nastri – audio di un tempo e anche video dopo l’avvento del Vhs - che sarebbero custoditi in un archivio segreto nei sotterranei del Vaticano e il cui contenuto riguarda possessioni diaboliche, esorcismi e simili, compresa la documentazione su che faccia abbia il diavolo. Eventi maligni inspiegati su cui la Chiesa da duemila anni si occupa e appunto dagli inizi del secolo scorso documentati grazie alla tecniche di registrazione. Parte da tale spunto dato per autentico (o solamente si tratta di un’ipotesi?), e ricollegandosi al filone lanciato da “L’esorcista” nel 1973 e cui negli ultimi anni il cinema Usa ha spesso fatto ritorno, questo film di Mark Neveldine, per la prima volta senza Brian Taylor con cui aveva realizzato i due scatenati dinamici “Crank” e il meno riuscito “Ghost Rider – Spirito di vendetta”. La vicenda raccontata dagli sceneggiatori Christopher Borrelli e Michael C. Martin mescolando Apocalisse,  Profezie di Nostradamus e Anticristo, lo “scimmiottatore del Figlio di Dio”, comincia proprio nei sotterranei vaticani (che farebbero impazzire di felicità Dan Cooper se fossero come il film mostra) il cui alto prelato responsabile (l’attore d’azione e fuori parte Djimon Hounsou) convoca un cardinale (Peter Andersson) per mostrargli il video di una ragazza, Angela Holmes (Olivia Dudley, efficace e la più azzeccata del cast) che mostra fugaci e minacciosi sdoppiamenti, ragion per cui lo incarica di andare negli Usa per esorcizzarla. E qui si torna nel passato per mostrare quanto avvenuto prima iniziando dalla festa del 25mo compleanno della giovane, figlia di padre irlandese militare e  ultraconservatore (Dougray Scott) e fidanzata con Pete (John Patrick Amedori): tagliando la torta Angela si ferisce a un dito, viene portata al pronto soccorso e medicata, ma quando torna a casa non sembra più come prima: la ferita sembra infettata, lei si comporta stranamente e la sera viene trovata esanime stesa sul divano. Solo dopo vari tentativi del padre e del fidanzato si riprende, ma di colpo e viene perciò riportata in ospedale dove è tenuta sotto osservazione senza che manifesti problemi. Le cose tuttavia non si sono per nulla sistemate e mentre un taxi la sta riportando al casa, improvvisamente impazzita, si avventa sul volante e provoca un incidente.

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Di nuovo ricoverata in ospedale, resta in coma, senza attività cerebrale, per quaranta giorni tanto che viene giudicata irrecuperabile e il cappellano padre Lozano (Michael Peña, per nulla credibile) con il consenso del genitore spacciato per fervente cattolico (una vera assurdità che si aggiunge a quelle fittizie narrate) le impartisce l’estrema unzione prima che l’apparato che la fa vivere sia staccato, solo che a questo punto Angela si desta e prende a seminare lutti. Perché? Il film lo dice fin dall’inizio (uno però non vi fa caso) , ma non rovino la sorpresa di una pellicola che fra riprese video e dal vero e qualche gioco al sobbalzo procede stancamente fino a un esorcismo che ricalca assai quello del film di Friedkin, ma con uova al posto della purea verde. Il meglio nel finale indubbiamente inquietante che si vorrebbe a sorpresa, aperto e magari prodromo a un sequel. Un film che ha diviso la platea tra chi lo ha stroncato come fiacco pastrocchio e chi, anche tra i critici, riuscito e  interessante per “un'escalation demoniaca di tale apocalittica potenza da far impallidire quello storico Pazuzu di Friedkin”. Come è tipico della collana  Midnight Factory di  Koch Media, è reperibile in cofanetti Limited edition corredati da booklet; i dvd e i bd contengono sia la versione uscita in sala sia quella estesa di una decina di minuti. Per extra interviste e trailer.

 

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