Storie

THE GREEN INFERNO

Regia: Eli Roth
AA

Regia: Eli Roth
Con: Lorenza Izzo, Ariel Levy, Sky Ferreira, Daryl Sabara, Kirby Bliss Blanton, Nicolás Martínez, Aaron Burns
Genere: horror
Distribuzione: Koch media

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Malsano; Aberrante. Così fu definito nel 1979 “Cannibal holocaust” di Ruggero Deodato, film che oltre a suscitare accese polemiche aprì un filone antropologico-crudel-disgustoso e che fu all’epoca sequestrato in Italia per le scene di violenza (su uomini e animali), stupri, torture e antropofagia oltre che proibito in 23 Paesi del mondo. E “Aberrante! Feroce! Crudele! Inaccettabile! Efferato!” sono gli aggettivi che compaiono sulla copertina e ancor più grandi sulla custodia di plastica all’interno della limited edition di questo film scaturito “dalla mente contorta di Eli Roth” (è un’ulteriore citazione) che ha atteso due anni (è del 2013)  prima di essere distribuito e che ora Koch media nella sua collana Midnight Factory (che annovera alcuni ottimi horror, tra cui “Babadook” che è fra i migliori del genere fra quelli usciti l’anno scorso) ha posto in vendita in una duplice versione, sia dvd sia blu ray: la “Cut”, ossia privata delle sequenze più forti e repellenti (dovrebbe esser quella uscita negli Usa con il divieto ai minori di 17 anni non accompagnati) e “Uncut”, cioè integrale, che è poi quella che ha circolato nelle nostre sale con il divieto ai minori di 18 anni “per eccessiva crudeltà di alcune immagini e presenza di contenuti troppo esplicitamente violenti”.

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Anche se i due film sono diversi, la citazione di quello di Deodato è doverosa, dal momento che Eli Roth per il suo quarto horror (gli altri sono stati “Cabin fever” e l’accoppiata dei primi due “Hostel” che lo hanno reso famoso)  è un seguace e amico di Tarantino e come tale ama e ben conosce del cinema Italiano di serie B Anni 60, 70 e 80 e al vituperato “Cannibal holocaust” si è infatti ispirato, prima senza dichiararlo e attirandosi  il livore del regista italiano e poi riconoscendolo, tanto che la polemica che ne è sorta viene da lui ricordata assieme ad altri commenti nel booklet delle citate limited edition. Da notare che con il suo film “maledetto” Deodato precorse il filone del found footage (immagini girate da morituri e poi ritrovate) raccontando le vicende di quattro avventurieri che in Amazzonia avevano commesso e filmato efferatezze e crudeltà, stupri compresi, ai danni di una tribù di indios, i quali poi si vendicavano atrocemente usandoli come cena. Molto più furbescamente, come aveva già fatto pure negli “Hostel” che mostravano i rischi che i giovani americani ingenui correvano nell’ex-Europa sovietica, aggiunge pure qui un significato politico, ma di sinistra contro le multinazionali Usa che non solo distruggono il patrimonio forestale amazzonico, con gravi conseguenze ecologiche ed ambientali, ma addirittura cercando di scacciare, il che per molte significa annientamento, le tribù che vi risiedono. Da qui la storia della giovane scafata in apparenza (ma ingenua si vedrà poi) nonché impegnata universitaria Justine (Lorenza Izzo)  che si unisce al gruppo di n gruppo di ambientalisti guidati da Alejandro (Ariel Levy) che da  New York si recano nell’Amazzonia peruviana per salvare dall'estinzione una tribù locale e bloccare la distruzione di una parte della foresta amazzonica da parte delle ruspe e dei fucili dei signori della guerra, pagati dalle grandi multinazionali. Il loro intendo incatenarsi agli alberi e di mostrare in streaming con i telefoni ciò che avviene e lo fanno, ma sono presto catturati e rispediti via in aereo, che però (probabilmente sabotato) precipita nella giungla uccidendone alcuni e lasciando i sopravvissuti in balia di una tribù che si rivelerà di cannibali… E qui Roth indubbiamente ci dà dentro in cattivo gusto con occhi strappati e divorati, smembramenti, corpi cotti e divorati, una ragazza colta da disturbi intestinali, un tizio che si masturba per tranquillizzarsi ecc. ecc. Compresi accenni all’infibulazione cui è sottoposta la protagonista (e che, essendo vergine, come a suo tempo ha spiegato ironicamente Carpenter in “Scream”, non farà la pessima fine di altri). Girato veramente in Perù e con l’ausilio di una vera tribù indigena (qualcuno si è chiesto come mai le indigene siano tutte vestite: si mostrano i corpi dilaniati, non quelli nudi…), questo film truculento e decisamente diverso, omaggio al cinema di Deodato e di altri colleghi dell’epoca, sfocerà in un revenge movie quando Justine verrà a sapere le vere ragioni che Alejandro nascondeva  e che erano tutt’altro che idealiste ed ecologiste. Ovviamente non anticipabili, così come l’ultima scena, tipica da film dell’orrore, ma non necessaria. Per extra delle versioni dvd e blu ray (migliore per qualità) , Eli Roth e il il Dj Ashba illustrano la nascita della canzone “Escape from The Green Inferno” con relativo videoclip più brevi speciali su: location, indios, Lorenza Izzo che parla di Justine e l’Amazzonia.

 

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