In fuga dalla Shoah: la storia di Bernardo Bembassat e della moglie Elisa

In fuga, una fuga rocambolesca e carica di insidie da Parigi fino a Mignone, borgo di quattro case nella frazione Costa di Gargnano, passando da Toscolano Maderno. Scappati a piedi e con mezzi di fortuna alla fine del 1943 per sfuggire alla Shoah. È la storia di Bernardo Bembassat e di sua moglie Elisa Botton, venuta alla luce grazie all’interesse storico di due gardesani, Tullio Righettini e Remo Franzoni, e raccontata in un libro da Bruno Festa, gargnanese di Sasso, ma originario di Costa, che negli anni ha dato alle stampe ricerche incentrate sulla Rsi e su vicende di persone vissute o transitate nell’Alto Garda Bresciano.
Il volume
«Gli ebrei e ’L Colonel», così s’intitola il volume, sarà presentato giovedì alle 20,15 nella chiesetta di San Bartolomeno a Costa di Gargnano. «La ricerca all’origine del libro è stata tutt’altro che facile», spiega Festa, sottolineando però l’individuazione di momenti decisamente importanti, come il battesimo di Bernardo Bembassat, 55 anni, e della moglie Elisa Botton di 13 più giovane, nella chiesa della Costa in data 11 dicembre 1943, prima della fuga per evitare una retata dei nazifascisti.

I coniugi Bembassat riuscirono a salvarsi, trovando riparo e assistenza da persone della Costa, come la Lucietta, che li nascose nel fienile, o Giuseppe Comincioli, detto ’L Colonel, della moglie Oliva Festa e di altre famiglie. Praticamente tutta la frazione li accolse e offrì loro protezione col rischio di rappresaglie, se non di deportazione». Resta da scoprire come mai dalla Francia Bernardo ed Elisa giunsero nell’Alto Garda. Tra gli aspetti emersi dalla ricerca c’è anche l’aiuto morale e materiale ricevuto dal vescovo Morstabilini che incontrò i protagonisti di questa storia di coraggio e solidarietà.
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