SARÀ IL MIO TIPO? E ALTRI DISCORSI SULL'AMORE

Regia: Lucas Belvaux
Con: Émilie Dequenne, Loïc Corbery, Sandra Nkake, Charlotte Talpaert, Anne Coesens, Danièla Bisconti, Didier Sandre
Genere: commedia
Distribuzione: Koch media
Chi direbbe che l’attrice esordiente che nel 1999 fu premiata a Cannes nel ruolo della 16enne imbronciata e, dolore interiorizzato a parte, priva di emozioni Rosetta nel film omonimo Palma d’oro a Cannes che fece conoscere al mondo l’arte dei fratelli Dardenne è la stessa che in “Sarà il mio tipo? e altri discorsi sull'amore” di Lucas Belvaux interpreta la parrucchiera Jennifer, personaggio agli antipodi, tutta vitalità, solare, ciarliera, sorridente, capelli tinti, trucco e abiti che esaltano il suo fisico? Eppure è sempre lei, la bravissima e strepitosa Émilie Dequenne che anche stavolta, pur se come avvenne per il film dei Dardenne non le saranno dedicate statue nelle città belghe eleggendola a simbolo della lotta al precariato e della disoccupazione giovanile (fu pure approvata la legge ad hoc “Rosetta”), resterà memorabile nella mente dello spettatore con la sua Jennifer così fragile e così forte. Lo ha provato che ha visto questo film francese e chi ora potrà vederlo per la prima volta grazie all’home video. Partiamo però dal titolo italiano che è interrogativo, logorroico nella seconda parte e soprattutto distorcente: quello originale è infatti “Pas son genre” (Non il suo tipo) come il romanzo omonimo di Philippe Vilain da cui è tratto ed è più consono ad una storia d’amore molto diversa, come i suoi protagonisti: lui Clement (il ben adeguato al ruolo Loïc Corbery) filosofo intellettuale gauche spedito contraggenio da Parigi a insegnare ad Arras, dove alloggia in albergo e patisce quello che ritiene un esilio, autore di un trattato su eros e caso che fa conoscenza di lei complice un taglio di capelli da doversi far fare; lei Jennifer che adora i film con Jennifer Aniston, alleva un figlio da sola, ama romanzi rosa e karaoke, cataloga le persone in base ai segni astrologici ed è stata maturata dalle delusioni affettive avute.
Le differenze e non solo di classe sociale ci sono eccome in questa che pare una tipica screwball comedy hollywoodiana, quella delle coppie litigarelle che finiscono per scoprire di essere fatti l’uno per l’altra e viceversa, dei contrari che si attraggono, ma che sottolinea anche l'inflessibilità dei rapporti di classe. Lui che crede Parigi il centro del mondo («Je suis parisien, tu comprends? Parisien!», la frase con cui si presenta…) che fa colazione a Les Deux Magots, respira l'aria letteraria di Saint-Germain-des-Prés e non si aspetta niente dal suo soggiorno in provincia se non che finisca il prima possibile, è un velleitario, simile a certi intellettuali rohmeriani, indecisi e logici che razionalizzano le loro pulsioni, calcolano i loro sentimenti e analizzano i loro affetti tenendogli a distanza. Jennifer rappresenta la femminilità estroversa col suo carattere esuberante, la fiducia nell'amore, il gusto (magari eccessivo) per i colori e le canzoni (con “I’ll survive” di Gloria Gaynor su tutte e destinata a divenire emblematica), ma anche una saggezza disarmante. Belvaux li segue con misura ed eleganza, raffinata introspezione, qualche tocco di giusta acidità sulla presunzione maschile, penetrante finezza e lasciando che a trarre giudizi siano gli spettatori quando si incontrano, si colpiscono, si amano, si cercano, lui che legge Kant, le dà della bellezza kantiana e le regala “L’idiota”, lei molto più semplice e spontanea, ma tutt’altro che superficiale, o improvvida. Ma chi dei due è il più forte e indipendente? Straordinario il finale affidato al karaoke e a… “Una bellissima commedia impastata di sentimenti e contraddizioni, di odio e amore e di un romanticismo venato di intelligente malinconia” è l’azzeccata definizione data a un film diverso e intelligente ora disponibile in dvd con il teaser ed il trailer per extra.
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