RX-M DESTINAZIONE LUNA

Regia: Kurt Neumann
Con: Lloyd Bridges , Osa Massen, John Emery, Noah Beery Jr., Hugh O'Brian, Morris Ankrum
Genere: fantascienza
Distribuzione: Sinister film
È poco conosciuto, ma ha un suo posto importante nella storia del cinema di fantascienza questo film del 1950 perché è il primo a trattare il tema del pericolo atomico in chiave di monito e pacifista come avrebbe fatto e meglio l’anno dopo il celeberrimo “Ultimatum alla Terra” e il primo del secondo dopoguerra (nel 1902 c’era stato “Le voyage dans la Lune” di Méliès e del 1929 è “Frau im Mond - Una donna nella luna” di Fritz Lang…) a trattare il tema dei viaggi spaziali, cosa fatta con le conoscenze di razzi acquisite nel corso del conflitto, tanto che per risparmiare tempo e costosi effetti speciali vennero utilizzate per le scene di lanci di veri missili V-2, impiegati in test scientifici. Va infatti pure spiegato che “RX-M Destinazione luna” fu una sorta di instant movie, realizzato alla svelta (solo 18 giorni) per approfittare del battage pubblicitario che si era scatenato con l’annuncio che George Pal stava girando Uomini sulla Luna”. Poteva uscirne un obbrobrio, ma fortunatamente la regia fu affidata al veterano Kurt Neumann, regista tedesco naturalizzato statunitense che era stato ingaggiato con l’avvento del cinema sonoro per dirigere versioni in lingua tedesca di film made in Hollywood e poi passato a dirigere B-movie, tra cui alcuni del Tarzan con Weissmuller, cineasta che aveva buone capacità di guidare gli attori e soprattutto molto gusto per la fotografia in bianconero, il quale con la fantascienza si sarebbe nuovamente cimentato nel 1957 con il discreto “Kronos il conquistatore dell’universo” e l’anno dopo avrebbe firmato il famoso “L’esperimento del dottor K.” (1958) con Vincent Price, capostipite del filone de “La mosca”. Nel cast di solidi caratteristi, Lloyd Bridges interpreta il pilota Floyd Oldham, Osa Massen la dottoressa Lisa Van Horn esperta in carburanti, Hugh O'Brien l'astronomo Harry Chamberlain, John Emery lo scienziato Karl Eckstrom e Noah Beery jr è il navigatore William Corrigan. Dopo una prima parte didascalica (e decisamente datata), in cui con il pretesto di una conferenza stampa per giornalisti al campo missilistico di White Sands dove il razzo sarà lanciato si spiegano agli spettatori dell’epoca teorie, difficoltà e rischi dei viaggi spaziali, si assiste alla partenza della missione per la Luna di cui fanno parte quattro uomini ed una donna. Che come tale verrà snobbata – il femminismo era ben lungi dal venire – dal capo della spedizione quando lei gli dice che i calcoli che ha fatto lui non coincidono con quelli fatti da lei e lui, da buon maschio, decide che quelli giusti sono i suoi… Nel viaggio, una pioggia di meteore causa il malfunzionamento dei motori e il loro arresto e il problema il problema viene risolto ricalcolando i rapporti di miscela di carburante e quindi spostando alcuni dei serbatoi di propellente e i loro tubi di collegamento, ma alla riaccensione il razzo va fuori controllo e si inserisce accidentalmente in una rotta di fuga oltre la Luna e nello spazio profondo con una rapida accelerazione che fa perdere conoscenza a tutti i membri dell'equipaggio.
Che quando lentamente si riprendono, forse dopo molti giorni, scoprono che la RX-M ha percorso circa 50 milioni di miglia ed è in rotta per Marte, attratta dalla forza gravitazionale del Pianeta rosso. Dove atterra mentre è in corso una tempesta e dove il mattino dopo, indossate maschere di ossigeno da aviazione, gli scienziati vanno ad esplorare scoprendo sulla superficie desolata prove di una civiltà avanzata ormai defunta, ma anche una letale dose di radiazioni nei resti di una città che fa capire che molto tempo addietro su Marte c'era stata una guerra atomica e che i sopravvissuti sono esseri regrediti, selvaggi e brutali che uccideranno due scienziati. Gli altri fuggono e ripartono, ma arriveranno sulla Terra? Lo rivela un finale che è insieme tragico (cosa insolita per la fantascienza degli Anni 50) e ottimista. Il film, data l’epoca, non è male, ma oltre ad alcuni ingenuità minori ne spara una gigantesca su cui lo spettatore deve per forza non fa caso: è inverosimile e assurdo che una nave equipaggiata per un viaggio lunare abbia la capacità di raggiungere un pianeta enormemente più distante e tornare. A suo tempo, il film circolò in Vhs in una versione tecnicamente difettosa presa da una pellicola usurata, ora arriva invece in edizione ben restaurata e con le scene a suo tempo tagliare reintegrate in versione originale con sottotitoli italiani. Unico neo: negli Usa circolarono alcune pellicole con le scene di Marte virate in rosso, qui presenti, però in bianconero. Solo il trailer per extra.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato