Quel talento della pallanuoto che sogna di diventare ingegnere ambientale

Quando nell’agosto 2018, durante le finali nazionali under 15, Alessandro Balzarini segnò per la An Brescia 7 reti in una sola partita si capì subito che stava nascendo una stella, non restava che seguirne la scia. Nell’estate successiva eccolo vincere l’oro agli Europei Under 17 con la nazionale italiana, assieme a Tommaso Gianazza, allora come oggi suo compagno di club. Nel 2019-20, a soli sedici anni, la promozione nella prima squadra della An Brescia nella stagione interrotta dal Covid, cui seguì quella esaltante della conquista dello scudetto.
Per Alessandro solo qualche apparizione compensata però dalla strepitosa prestazione nella finale di Champions per il terzo posto vinta contro il Barceloneta grazie anche a un suo gol. Tutto sembrava ormai pronto per la definitiva consacrazione, invece improvviso maturò lo stop. «Mi ero appena iscritto all’Università di ingegneria ambientale - ricorda oggi - decisi di prendermi una pausa anche perché giocavo a pallanuoto sin da bambino e la cosa cominciava a pesarmi».
Il momento
Con l’intuito del grande allenatore, Alessandro Bovo capì che la pallanuoto italiana rischiava di perdere uno dei suoi gioiellini più preziosi. E così convinse Alessandro a tornare in acqua nel 2022-23, girandolo in prestito alla Waterpolo, l’altra formazione cittadina che milita in A2. L’impatto di Balzarini sul torneo fu devastante, indimenticabile la partita contro il Camogli (poi promosso) vinta 16-12 nonostante 7 rigori contro. Quel giorno Alessandro segnò in tutti i modi: con una girata in posizione di centroboa, con una beduina, su rigore, con una bomba da lontanissimo, con un tiro preceduto da una finta. Sette gemme, una più bella dell’altra, come le sette che lo avevano consacrato cinque anni prima, poco più che adolescente. La stella era tornata a brillare più luminosa di prima.
La ripartenza
Dallo scorso autunno, Balzarini ha ripreso a giocare in A1 con la An Brescia, stavolta da protagonista. Ed è il simbolo del nuovo corso della società che ha fortemente ringiovanito la rosa, decisa a valorizzare gli elementi cresciuti in casa. Alessandro, a oggi, è da considerare un titolare a tutti gli effetti, e se non parte tra i primi sette, dopo pochi minuti è già entrato. («Bovo ha fiducia in me - spiega - e io devo ripagarla col mio impegno. Non servono tante parole, mi basta un suo sguardo per capire cosa fare»).
In ogni partita lascia il segno, perché da ognuna impara qualcosa. «Ho avuto e ho la fortuna di avere accanto grandi campioni da cui cerco di rubare ogni segreto. L’esempio ce lo dà il nostro capitano Jacopo Alesiani, non ho mai visto nessuno metterci tanto impegno in allenamento».
Un ricordo gli è ancora vivo, quello di Maro Jokovic, a Brescia nella stagione 2020-21. «A Palermo, durante una partita di coppa Italia, ero incappato in qualche errore di troppo. Allora a fine gara, mentre gli altri andarono a cambiarsi, il campione croato rimase in acqua con me per insegnarmi i movimenti giusti da fare in difesa e continuò anche quando il resto della squadra era ormai salita sul pullman che doveva portarci all’aeroporto. Mai viste, racchiuse nella stessa persona, tanta grandezza e tanta umiltà».
Alessandro è sulla strada giusta perché sa che quella da fare è ancora tanta («In cosa posso migliorare? In tutto»), al tempo stesso è consapevole del proprio valore («La Nazionale? Certo che ci penso. È in atto un ricambio generazionale e presto potrei arrivarci anch’io»). La pallanuoto è diventata per lui una professione («ci alleniamo anche due volte al giorno») anche se non ha abbandonato gli studi: «Qualche esame sono riuscito a darlo pure quest’anno, alla laurea ci voglio arrivare anche perché la difesa dell’ambiente riguarda tutti, specie quelli della mia generazione».
Alessandro è pronto a raggiungere tutti i suoi obiettivi, di una cosa intanto è già sicuro. «Un Balzarini che sfonderà nella pallanuoto ci sarà comunque ed è il mio fratellino Paolo: ha debuttato in A2 a soli 13 anni, è una forza della natura: diventerà il centroboa più forte di tutti».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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