Storie

PIENA DI GRAZIA - LA STORIA DI MARIA LA MADRE DI GESÙ

Regia: Andrew Hyatt
AA

Regia: Andrew Hyatt 
Con: Bahia Haifi, Noam Jenkins, Kelsey Asbille, Merik Tadros, Taymour Ghazi, Eddie Kaulukukui 
Genere: drammatico/storico
Distribuzione: Minerva film

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Un film insolito questo ora disponibile in dvd, il primo in assoluto sull'ultimo periodo della vita di Maria, cosa che lo rende ovviamente inviso aprioristicamente a quanti hanno difficoltà di rapporti con la religione cristiana o addirittura non sono credenti. Chi invece vorrà vederlo si troverà di fronte ad un interessante e inedito ritratto della Chiesa delle origini, una vicenda che ripercorre gli ultimi anni della vita di Maria di Nazareth dedicati totalmente a sostenere la nascente Chiesa in una fase cruciale e difficile della sua storia con gli apostoli che dieci anni dopo la morte e la resurrezione del Figlio di Dio hanno sì girato tra le genti per diffondere il messaggio e gli insegnamenti di Gesù Cristo, ma appaiono ancora disorientati dal trovarsi di fronte ad un compito che ritengono quanto mai improbo per loro e tornano a trovare Maria consci che quella potrebbe essere l’ultima volta. E sarà appunto proprio Maria (l’intensa Bahia Haifi), che vive con  Zara (Kelsey Asbille), una ragazza che lei ha accolto come una figlia e che le sta a fianco con devozione, a spronarli e rincuorarli prima di essere assunta in cielo. A scriverlo e dirigerlo (in soli dieci giorni: tutta la troupe è parsa convinta di ciò che stava realizzando e ha lavorato con grande impegno) è stato Andrew Hyatt, credente e che ha studiato cinema alla Loyola Marymount University, autore in precedenza di due  horror che in Italia non hanno avuto circolazione, il secondo dei quali ignorato anche dal pur vasto archivio di “Filmtv.it”: “Frozen” del 2012  e “The last light” del 2014. Film che sembrano distanti anni luce da questo “Full of Grace”, ma che non lo sono completamente dacché sotto il velo della trama diversa il tema è quello delle persone che si trovano in difficoltà e che debbono trovare la forza e le motivazioni per sopravvivere. Che è poi quanto in “Piena di Grazia”, definito dal suo autore “Una preghiera”, fanno Pietro (Noam Jenkins), Giovanni, Andrea e Simone, gli apostoli sulle cui spalle grava il peso della responsabilità verso la comunità cristiana affidata dal Maestro alle loro cure.  

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La comunità che Hyatt presenta sta soffrendo la crisi di un movimento in crescita, ma è anche in difficoltà: ci sono predicatori che stanno diffondendo un annuncio che non corrisponde a quello di Gesù, nascondono la vera umanità di Cristo e mossi da interessi personali propongono visioni parziali della sua opera di salvezza; è c’è la predicazione che Paolo di Tarso sta facendo fuori dai confini della Terra di Israele creando apprensioni e incomprensioni tra gli apostoli, perché annuncia una fede in Cristo che non ha più bisogno dell’osservanza dell’antica Legge ebraica e delle sue tradizioni. "Io non sono un filosofo" dice Pietro, capo riconosciuto, è sollecitato dai suoi fratelli a dare delle risposte alle difficoltà presenti e ad indicare la strada che la nuova comunità deve percorrere per rimanere fedele alla parola del suo Fondatore. Pietro è sconvolto, forse ha paura, non sa che dire e cosa fare di fronte alle tensioni che travagliano la Chiesa appena nata e allora è Maria, seppur sempre più vicina a ricongiungersi al Figlio, che, ripercorrendo con le parole quanto lei ed altri dei presenti hanno vissuto, riporta tutti alla concretezza di un messaggio ancora fondamentalmente orale e che può ancora passare attraverso le voci e i gesti di chi lo ha incontrato e ne ha condiviso il cammino. Una Maria che – ed è questa una bella intuizione del regista – che dopo essere già stata la madre di Gesù si pone anche come madre della Chiesa, la indirizza su un cammino di luce e di speranza, spazza via con le sue parole vive e penetranti le incertezze dell’apostolo. E solo dopo aver svolto l’ultima missione, Maria è pronta per morire; ad essere assunta come con una rapida inquadratura mostra il film quando Pietro, dopo averla adagiata in un sepolcro, guarda subito in alto. Mentre  Zara, per mano di Pietro, è accolta nella comunità dei credenti. E in film piccolo questo di Hyatt, ma di intensa spiritualità che porta in nuce le diverse interpretazioni teologiche, l’embrione degli accesi dibattiti cristologici dei secoli a venire, le prime divisioni  che presenta una Maria che ispira serenità, dolcezza e sapienza e che non punta ad offrire immagini (è stato girato in California e non in Palestina), ma sulla forza delle parole co ni suoi dialoghi a volte molto belli e che fanno riflettere. “Mi sono reso conto – ha spiegato il regista - che concepivo queste figure come splendide statue di porcellana e anche se abbiamo spesso ascoltato le storie di questi santi abbiamo dimenticato che sono realmente vissuti, che hanno camminato su questa terra, sofferto, discusso. Non ci sono differenze con l’oggi. Per questo ho voluto esplorare più in profondità l’umanità di questi personaggi, concentrandomi su Maria e Pietro». In dvd con il solo trailer per extra.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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