In passerella per ispirare bellezza e inclusione: la storia di Anna

«Per otto anni ho vissuto il linfedema come una condanna. Mi nascondevo, poi ho deciso di mostrare con orgoglio la mia calza elastica. Da allora non mi sono più fermata». E così Anna Maisetti, modella originaria di Angolo Terme, ha sfilato sulle scale barocche di Trinità dei Monti a Roma trasformando una condizione di fragilità in un messaggio di orgoglio e inclusione. La sua discesa, durante il V-Italy 2025 Global Summit, non è stata solo gesto scenografico, ma una dichiarazione di libertà: ciò che sembra un limite può diventare forza.
La storia
Il percorso di Anna parte a 22 anni, quando un intervento, per un tumore della pelle, le salva la vita, ma le lascia un linfedema secondario, patologia cronica del sistema linfatico che provoca gonfiore, dolore e difficoltà motorie. «Pensavo fosse la fine dei miei sogni - spiega -, ma ho trasformato il dolore in linguaggio creativo, di inclusione».

Il linfedema colpisce milioni di persone nel mondo. Può essere primario, da malformazioni congenite, o secondario, come per Anna, conseguente a interventi, radioterapie o traumi. I sintomi sono gonfiore persistente, pesantezza, rigidità articolare, dolore, rischio infezioni. Non esiste una cura definitiva, si gestisce con terapia decongestiva, linfodrenaggio, bendaggi, calze e tutori elastici, attività fisica, talvolta chirurgia. È una condizione che segna corpo e qualità della vita, richiedendo consapevolezza e riconoscimento sociale.
La rivoluzione
Anna è ripartita dalla consapevolezza: «Ho iniziato a condividere outfit colorati, a raccontare come abbinavo le calze. Ho usato l’ironia. Sono state le agenzie a cercarmi: la moda inclusiva è possibile, la diversità può stare sulle passerelle».
Il V-Italy Global Summit, ospitato a Roma dal 3 al 6 settembre, e diretto scientificamente dai professori Sergio Gianesini e Massimo Danese, ha dato spazio a pazienti, clinici e ricercatori. Il 4 settembre Anna ha aperto i lavori al Senato e parlato al Ministero dell’Interno sul tema dell’accessibilità agli ausili: «La calza compressiva è la mia seconda pelle, ma non è accessibile a tutti per qualità e quantità. È un’ingiustizia da affrontare». Il momento simbolico dell’intera iniziativa resta la discesa della Scalinata di Trinità dei Monti.
«Penso a quando volevo sparire - dice -. Oggi, con una calza fucsia, rappresento un messaggio di bellezza e cambiamento. Spero che questa sfilata ispiri chi ancora non si accetta, dia consapevolezza a chi non ha diagnosi e speranza a chi pensa che i sogni siano finiti».
Dal 2018 Anna porta avanti «Stile compresso», community diventata riferimento internazionale per chi convive con il linfedema. «Abbiamo dato voce a centinaia di persone - conclude -. Oggi, in un congresso con scienziati, medici e ministri, c’è spazio per noi pazienti e per la moda inclusiva. È la prova che stiamo facendo cose straordinarie. La salute, finalmente, va di moda».
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