PAOLO BRUNO E LA KANDINSKI RECORDS

Sebbene il suo nome ricordi quello di un grande pittore, lui con la pittura non ha nulla a che fare. Ma ha tutto a che vedere con la discografia, tra il negozio di dischi e l'etichetta Kandinski Records, creata «per pubblicare gli album degli amici». Degli amici di Paolo Bruno Kandinski, s'intende, che ha estratto l'idea della «Records» dal cappello della sua esperienza radiofonica siglata anni Ottanta, «quando nelle redazioni arrivavano cassette demo registrate artigianalmente, al limite dell'ascoltabile. Oggi nessuna radio, o quasi, si sognerebbe di prendere in considerazione un prodotto del genere». Da qui scaturisce la volontà di offrire una possibilità agli artisti, possibilità di incidere un cd da un lato, di sentirlo trasmesso a livello locale o - perché no? - nazionale, mentre guidano o si fanno la doccia, dall'altro. Kandinski Records si presenta «come naturale prosecuzione - illustra Paolo Bruno - dell'associazione culturale Band Syndicate, cui l'etichetta fa capo». Kandinski Records è in realtà «un soggetto piuttosto aleatorio - la definisce il suo fondatore -, nella quale mi pongo come una sorta di manager». Non solo di gruppi bresciani, «il limite geografico non è vincolante, ma di sicuro preferisco lavorare con gente che conosco, o con la quale comunque posso rapportarmi direttamente». L'impegno di Paolo Bruno è progressivo, dalla pubblicazione del disco alla sua promozione, dalla realizzazione di video all'attività di ufficio stampa. «Come prima cosa mi siedo al tavolo con l'artista e fissiamo di concerto un budget pari all'incasso ricavabile dalla prima tiratura». Una sorta di «start-up» discografica, insomma.
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