PAESAGGIO NELLA NEBBIA

Regia: Theo Anghelopoulos
Con: Tania Palaiologou, Michalis Zeke, Stratos Georgioglou
Genere: drammatico
Distribuzione: Cecchi Gori
Leone d’argento a Venezia 1988, Miglior film per gli Efa (gli Oscar europei), Premio della regia al Festival di Chicago: sono i riconoscimenti toccati a questo film sospeso fra drammaticità e lirismo di Theo Anghelopoulos, maestro internazionale della settima arte e il più grande regista (e autore) greco, molto legato al nostro Paese e morto prematuramente nel 2012 mentre si apprestava a girare un’opera sulla crisi economica della Grecia che avrebbe dovuto avere Toni Servillo per protagonista. Un artista la cui poetica era intessuta di uso dei tempi morti, piani sequenza, inquadrature fisse, senso dello spazio, realismo sobrio e intensa presenza della dimensione storica intesa come indagine dai risvolti politici, personaggi che rimandano alla mitologia. In “paesaggio nella nebbia”, titolo che sottende insieme presa d’atto della realtà e metafora, egli segue il viaggio dell’11enne Voula e del fratellino di 5 anni Alexandros che lasciano il quartiere popolare di Atene dove vivono per andare a cercare il padre emigrato in Germania. Viaggio che li vede cacciati dal treno su cui erano saliti di nascosto e procedere a piedi tenendosi per mano fra pioggia, vento e neve incontrando una compagnia di teatranti (quelli del capolavoro “La recita”; il teatro è infatti la “cifra” d’arte del regista), un camionista che violenta Voula (sequenza resa più agghiacciante dal non mostrare nulla, solo silenzi e grida. poi lo sguardo ferito dentro dell’ex-bambina), un soldato pietoso che dà loro i soldi per il treno e una barca con cui approdano finalmente in Germania, in una radura sovrastata da un grande (o piccolo, a seconda della distanza) albero. Per cultori del cinema raffinato e che parla dentro; senza extra.
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