Come funzionano le case d’asta, tra opere, gioielli e design

Le opere che vendono di più sono quelle d’arte contemporanea, i gioielli e le grafiche sono un ottimo settore da cui cominciare e il martelletto batte davvero sul legno: anche a Brescia le aste d’arte sono aperte a tutti

La casa d'aste Capitolium in centro a Brescia - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

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StorieArte

Le case d’asta sono uno di quei luoghi che intimoriscono il grande pubblico. Le ragioni sono diverse: prima di tutto se non le si conosce l’impressione è che siano un ambiente elitario; c’è poi chi non vuole mostrare vendite e acquisti (anche se le case d’asta sono in realtà molto discrete); e poi perché non si conosce il meccanismo, se non a grandi linee. Il martelletto dell’immaginario comune in ogni caso c’è davvero: il banditore o la banditrice lo battono sulla base di legno ed è quel rumore a ufficializzare una vendita. Ma andiamo con ordine.

Come funziona un’asta

Il martelletto del banditore - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Il martelletto del banditore - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

Le case d’asta offrono un sistema organizzato per la vendita di beni, in cui i partecipanti competono con offerte al rialzo. Esistono tre modalità principali: le aste fisiche, che si svolgono in una sala con il banditore che guida l'evento, e i partecipanti presenti che rilanciano alzando una paletta o con gesti discreti; le aste online tradizionali, in cui le offerte vengono inserite su una piattaforma web entro un periodo prestabilito, simili a un mercato virtuale; infine, le aste online in diretta, che combinano l’atmosfera dell’asta fisica con la comodità del digitale, permettendo ai partecipanti di fare offerte in tempo reale collegandosi da qualsiasi luogo tramite pc o smartphone. In tutti i casi, vince chi propone l’offerta più alta entro i termini fissati. 

Le aste d’arte a Brescia

Anche a Brescia si può partecipare a queste aste. Non solo a quelle nazionali o internazionali online, ma anche a quelle ibride (fisiche e virtuali). In città c’è infatti una delle case d’asta più antiche, la Capitolium Art, che ha sede in piazza Tebaldo Brusato e che è diretta dai fratelli Gherardo e Giorgio Rusconi. Ce ne sono anche altre, come Martini Arte (che si trova in Borgo Wührer, specializzata in arte moderna e contemporanea) e Santa Giulia (per chi vende e acquista opere dell’Ottocento), ma Capitolium è l’unica con diversi dipartimenti.

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Case d'asta, per esperti e neofiti

Alle loro aste – che sono di due tipi: quelle con il banditore fisicamente presente, con la possibilità di offrire seduti nella sala d’aste, per telefono o online; e quelle virtuali o automatiche, in cui il banditore digitale è nei fatti la piattaforma informatica che dalla data di pubblicazione dell’asta imposta un timer che chiude l’asta in una certa data – ci si iscrive online con un documento d’identità. Prima o dopo, si può visionare il catalogo: viene pubblicato, online e di carta, quindici giorni prima dell’effettiva asta, in modo da poter studiare i pezzi, scegliere e chiedere informazioni o materiali aggiuntivi. Dopodiché, accedendo al proprio pannello personale si partecipa all’asta vera e propria.

Come dicevamo, il catalogo è online due settimane prima dell’asta. Da quel momento si può già offrire la propria cifra, ma spesso le offerte arrivano a 30 secondi prima della battuta del martelletto (o del termine del timer). «A volte i lotti – nel caso del banditore fisicamente presente – stanno aperti anche un quarto d’ora perché hanno molte offerte», spiegano i Rusconi. «È in quel momento che i prezzi salgono notevolmente, anche di venti o trenta volte».

SPETTACOLI BRESCIA REPORTAGE CASA D'ASTE CAPITOLIUM ART NELLE FOTO OPERE ESPOSTE E MOMENTI DELL'ASTA 19/12/2024 newreporter©favretto
Un'asta in corso da Capitolium Art - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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Un'asta in corso da Capitolium Art - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

I prezzi

«La vendita è molto democratica: gli oggetti ottengono il prezzo dopo che sono stati visti da tutti. Non ci sono imbonimento falsificazione. Può salire o scendere a seconda di chi vuole acquistare ed è così che diventa un investimento»

A proposito di pezzi. Per capire come funziona un’asta è utile chiarire i numeri. Sul catalogo se ne leggono tre: la base d’asta (che corrisponde al prezzo di partenza d’asta); e il prezzo di stima minima e il prezzo di stima massima, che è la forchetta all’interno della quale ci si aspetta che il lotto verrà venduto. Si tratta quindi della valutazione di mercato fornita dalla casa d’aste. La stima massima può essere però superata, «e anche di molto», dicono i titolari.

C’è poi un numero che non compare sul catalogo: è il prezzo di riserva, che è riportato sul contratto di affidamento del cliente che vuole vendere l’opera o il bene. In altre parole, è il prezzo minimo al di sotto del quale non può essere venduto l’oggetto.

La vendita, spiegano Giorgio e Gherardo, è «molto democratica: gli oggetti ottengono il prezzo dopo che sono stati visti da tutti. Non ci sono imbonimento falsificazione. Può salire o scendere a seconda di chi vuole acquistare ed è così che diventa un investimento».

Una volta che ci si aggiudica un lotto, si procede al pagamento. Tutto avviene online: offerte, pagamento e ritiro, con possibilità di consegna. «Ma si possono anche venire a vedere gli artefatti dal vivo», dicono. «I clienti stranieri o lontani chiaramente non vengono di persona, ma richiedono molte fotografie e tutte le info aggiuntive, come lo stato di conservazione o i documenti».

L'esposizione fisica delle opere d'arte contemporanea da Capitolium - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

I dipartimenti

Facendo un passo indietro, Capitolium nacque nel 1988 come casa d’aste di antiquariato. Fu nei primi anni Duemila, con l’ingresso di Gherardo e Giorgio Rusconi in società, che si ampliarono i dipartimenti. L’alto numero di dipartimenti – undici nel caso di Capitolium – è curioso perché mostra l’interesse del mercato, sempre più ampio. Arte moderna, gioielleria, design: sono questi i settori che insieme all’antiquariato hanno il maggiore giro di affari, secondo i Rusconi. «Ma anche la wunderkammer curata dall’esperto Giano del Bufalo e il dipartimento “comics” curato dal giornalista Jonathan Giustini vanno molto bene, così come quello di cartamoneta e numismatica curato da Gerardo Vendemia».

I clienti delle aste

«I clienti arrivano soprattutto da Stati Uniti, Francia e Germania, Paesi culturalmente più abituati all’asta e senza barriere linguistiche. Le persone che parlano cinese o giapponese, per esempio, faticano a leggere l’inglese anche solo per i caratteri tipografici»

«Trattiamo circa 12mila oggetti all’anno e ne vendiamo circa 9mila», dice Gherardo. «Nel 2023 il giro d’affari è stato di 14milioni e 400mila euro. Nel 2024 c’è stato un aumento dell’8%».

Le aste sono circa cinquanta all’anno, tra virtuali e ibride. Quelle solo virtuali sono automatiche: le persone possono fare solo offerte online. E offrono quindi da tutto il mondo: poco più della metà della clientela, svelano, è straniera. «I clienti arrivano soprattutto da Stati Uniti, Francia e Germania» Dal mondo occidentale, dunque. «Perché qui siamo più abituati all’asta». E poi, dice Gerardo, c’è lo scoglio linguistico e calligrafico. «Le persone che parlano cinese o giapponese, per esempio, faticano a leggere l’inglese anche solo per i caratteri tipografici: va tradotto tutto. Ma ci stiamo lavorando».

In generale, i clienti della casa d’asta sono di due tipi, dato che la casa d’aste fa da mediatrice tra chi vende e chi compra. C’è chi acquista. E poi c’è chi vende, che, spiegano, spesso ha un legame emotivo con ciò che vende. Ecco perché chi lavora in questo settore deve avere anche tatto e umanità, considerando sempre le difficoltà dietro alle vendite. «Gli oggetti portano sempre con loro dei ricordi ed è difficile staccarsene. Gli agenti hanno quindi competenze specifiche e accademiche – sono quasi tutti storici e storiche dell’arte – ma anche umane».

Tutti possono acquistare e vendere

Chi acquista invece è una persona estimatrice o collezionista, ma anche chi vuole fare un investimento. Si tratta di individui che sanno come funziona un’asta, ma a volte si approcciano anche collezionisti in erba o in potenza che devono essere accompagnati nel processo. Per ora il pubblico di Capitolium è tendenzialmente quello più specializzato, ma la loro volontà è ampliare il ventaglio. «Anche perché – chiariscono – l’acquisto all’asta è più conveniente rispetto ad altri canali. Per esempio: la galleria punta sulla valorizzazione e pubblicizzazione degli artisti, ma anche sul ritorno economico alla galleria. Qui si dà ai clienti una vasta possibilità di scelta in un contenitore in cui tutto è sicuro (autenticità garantita, servizi di trasporto…). Sempre con un know how specialistico». A proposito: tra i clienti ci sono comunque anche i galleristi e le galleriste, che selezionano le opere da proporre ai loro clienti.

Il banditore batte il martelletto - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Il banditore batte il martelletto - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

E poi, sottolineano Gherardo e Giorgio, l’asta ha anche un aspetto ludico e divertente: «L’asta è veloce e frizzante e permette alle persone di mettersi in gioco in prima persona anche con un po’ di fai da te. Anche nella vendita di cose che si hanno in casa. Recentemente abbiamo proposta una giornata di valuitazioni dal vivo a Milano con Gino Bosa e Giano Del Bufalo: si sono presentate 500 persone, abbiamo valutato le loro opere e abbiamo organizzato dei ritiri nei giorni successivi, prendendole in carico per le prossime aste. L’esperimento aveva proprio l’obiettivo di avvicinare persone che non avevano mai approcciato le aste, tramite la visibilità televisiva, dato che Del Bufalo conduce una trasmissione molto seguita. Questo aspetto ludico è emerso bene: i clienti erano contenti, si sono divertiti, hanno trascorso un sabato diverso e hanno anche guadagnato».

Tornando all’acquisto, una volta che si comincia vanno messi in conto «i primi errorini», come li definisce Giorgio. «Ma è tipico. Si comincia così: iniziando a comprare ciò che piace. Anche se poi il gusto si raffina, i primi oggetti acquistati restano un ricordo di quei primi passi». Il consiglio è quindi quello di partire da qualcosa di piccolo e sfizioso, come gli oggetti vintage, e poi l’appetito vien mangiando. «Anche le aste di gioielli sono un buon punto di partenza: sono molto convenienti, ottime per iniziare a fare piccoli acquisti. Così come quelle di grafica: è un settore d’ingresso ideale per chi vuole approcciare il mondo dell’arte contemporanea: essendo multipli e non opere uniche si presta molto al falso, ma acquistare da case d’aste che hanno determinati requisiti garantisce la provenienza».

La tutela

Come spiegano da Capitolium, quando si acquista all’asta – da case d’asta certificate – c’è sempre la tutela del consumatore, anche se alla base c’è il «visto e piaciuto». E quando un’opera d’arte si rivela falsa, il cliente può ottenere un rimborso. «Noi poi per il buon nome rispondiamo sempre, anche se il mondo delle aste si basa sul visto e piaciuto».

L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium
L'esposizione delle opere prima di un'asta da Capitolium - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

La verifica in sede delle opere, visionandole dal vivo, ha anche lo scopo di mostrare gli artefatti a chi intende spendere grosse somme. Artefatti che vengono sempre controllati dal team di esperti ed esperte. Anche per queste certificazioni, per preparare una singola asta vengono impiegate due o tre persone che lavorano per diversi mesi, prima di arrivare al catalogo definitivo. In Capitolium tra collaboratori e dipendenti sono più di cinquanta persone.

Le vendite più soddisfacenti

Marino Marini, Guerriero II - © www.capitoliumart.com
Marino Marini, Guerriero II - © www.capitoliumart.com

Tra i pezzi che nei decenni hanno dato più soddisfazione a Capitolium c’è un pezzo di design: una scrivania di Gio Ponti la cui base d’asta era di 20mila euro e che fu battuta per 130mila (più diritti: si arrivò a 164mila euro). Fu il primo top lot – si chiamano così i pezzi venduti al prezzo più alto – del dipartimento di design, settore cresciuto moltissimo negli ultimi dieci anni. All’ultima asta, a proposito, una persona si è aggiudicata un lampadario a più di 130mila euro.

Nella storia della casa d’aste, invece, l’opera battuta al prezzo più alto è di Marino Marini, «Il guerriero II», venduta a 270mila euro. Segue un lavoro di Alberto Burri del 1979, battuto per 258mila euro.

Le due vendite fanno del dipartimento di arte moderna e contemporanea il settore più redditizio. Lo è anche nel mondo, e non solo a Brescia, spiegano. E un motivo c’è: l’arte antica è destinata a esaurirsi, è una miniera che si restringe a causa di continue acquisizioni e perdite e per l’inevitabile deperimento dei pezzi, mentre nel moderno e – soprattutto – nel contemporaneo le quantità di opere sono praticamente illimitate.

Lo si è visto anche nell’ultimo anno: l’opera-record delle aste mondiali nel 2024 è stato un dipinto di Magritte – «L’empire des lumières» – battuto da Christie’s il 19 novembre per 121,2 milioni di dollari. Seguono Ruscha, Monet, Basquiat, di nuovo Magritte e Warhol. Tra i gioielli più costosi, infine, c’è anello in oro bianco di Bulgari con un diamante taglio marquise, venduto in America per 68mila euro.

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